Caltanissetta – Non libro biglietti per cinema, teatro o concerti. No. Piuttosto cellulari, videogiochi e pc. Uno scenario già visto in una precedente indagine della guardia di finanza sulla cosiddetta “18 App” e che adesso si è riproposto ricalcando lo stesso schema.
Con un commerciante, ora denunciato, ritenuto compiacente e uno stuolo di studenti, ben 360 – che saranno sanzionati – che tutti avrebbero comprato fuorché quello che avrebbero potuto con il bonus cultura loro riconosciuto. Un ticket di 500 euro spendibile solo per fini culturali. E invece no, avrebbero comprato apparecchiature elettroniche.
Ma il sospetto imbroglio è stato scoperto dal nucleo speciale spesa pubblica e repressioni frodi della guardia di finanza di Roma che ha girato l’alert alle fiamme gialle nissene.
Così è scatta l’indagine che ha fatto scattare la denuncia per un commerciante sancataldese, titolare di una rivendita di prodotti elettronici.
A suo carico è stato ipotizzato il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Sì perché avrebbe incassato bonus per qualcosa come 160 mila euro, ma vendendo tutt’altro rispetto a ciò che avrebbe dovuto.
Mentre per i 360 studenti e le loro famiglie, del Nisseno ma anche dell’Agrigentino, scatterà una sanzione amministrativa – perché la presunta truffa è sotto i quattromila euro a testa – che può raggiungere anche il triplo della somma iniziale. A questo va ad affiancarsi la restituzione dello stesso incentivo alla cultura.
L’anno di riferimento in questione è il 2018 e i ragazzi sono quelli che a quel tempo hanno compiuto la maggiore età beneficiando del contributo statale,.
Un’indagine identica della finanza ha già sortito quattro anni fa la denuncia di un commerciante nisseno, attualmente sotto processo, coinvolgendo qualcosa come 700 studenti sempre per lo stesso leitmotiv