Home Cronaca Focus dell’Antimafia sugli incendi in Sicilia, tra costi esosi e possibili soluzioni

Focus dell’Antimafia sugli incendi in Sicilia, tra costi esosi e possibili soluzioni

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Caltanissetta – Ignote, naturali legate all’azione innescante di eruzioni vulcaniche, fulmini, autocombustione, cause colpose o involontarie legate all’imprudenza, alla negligenza, alla disattenzione o all’ignoranza degli uomini, che involontariamente provocano incendi, ad esempio accendendo dei fuochi per picnic per la bruciatura delle stoppie o ancora il lancio di sigarette e fiammiferi e, infine, dolose e volontarie.

Queste le cause degli incendi boschivi secondo la classificazione prevista dal piano regionale e divisa, in tal senso, in quattro categorie.

Questo quanto è emerso dalla la relazione conclusiva dell’indagine sugli incendi dolosi approvata dalla Commissione antimafia dell’Ars.

E nella ulteriore classificazione dei roghi, emergono quelli cui gli autori sperano di trarre profitto, quelli in cui non sperano di ritrarre profitto, motivazioni di ordine patologico o psicologico e incendi provocati da ragioni politiche.

«Come più volte ribadito nel corso dell’inchiesta non c’è una sola causa dietro il drammatico fenomeno degli incendi dolosi in Sicilia». E per la commissione «di certo le istituzioni non possono arrendersi all’evidenza dei cambiamenti climatici, anzi, proprio in considerazione di questi le azioni di prevenzione e contrasto al
fenomeno degli incendi dolosi devono fare un salto in avanti».

Poi il relatore, il deputato Giuseppe Compagnone, è tornato sulla necessità di un maggiore coordinamento
fra tutti i soggetti coinvolti «al di là delle note carenze di uomini e di mezzi,  migliorare da subito il coordinamento, soprattutto a livello locale fra istituzioni, forze dell’ordine, volontariato al fine di rendere quanto più continuo e capillare il controllo del territorio che, di certo, è l’unico vero deterrente capace di
prevenire l’odioso fenomeno degli incendi dolosi».

Da qui riflettori puntati su uno dei primi argomenti che emerge in tema di prevenzione e contrasto al fenomeno degli incendi boschivi, ossia il periodo di avvio della campagna antincendio in Sicilia. E, in tal senso, è stato osservato come «il 15 giugno, ormai non va più bene, a causa dell’aumento delle temperature e della progressiva desertificazione della nostra regione, andrebbe anticipata almeno al 15 maggio». E la Regione Siciliana si è già determinata anticipando al 26 aprile l’avvio delle attività di prevenzione.

E tra le attività di contrasto agli incendi boschivi, la legge prevede che ogni Comune deve dotarsi del catasto incendi.

Quanto ai costi d’intervento, quello di un Canadair è di 11.500 euro l’ora, di un Erickson 16 mila euro l’ora, di un elicottero 5 mila euro l’ora. Ogni lancio costa 1.300 euro, 1.400 se c’è ritardante. Tant’è che è stimata una spesa annua di trenta milioni di euro.

In tema di possibili risoluzioni è stato ribadito come «appare altresì indispensabile riuscire a trovare delle soluzioni che possano mettere i comuni nelle condizioni di svolgere adeguatamente il compito di vigilanza in merito agli obblighi di scerbatura che la legge impone ai proprietari di terreni incolti. Se da un canto, infatti, rimane in capo ai sindaci il dovere di emanare per tempo le ordinanze di prevenzione degli incendi, di pulizia dei terreni incolti e dei margini delle strade, si osserva d’altro canto l’impossibilità, denunciata da diversi primi cittadini nel corso delle audizioni di questa Commissione – è stato rimarcato – di procedere ai controlli, per la drammatica carenza di personale che riguarda praticamente tutti i comuni siciliani. Ciò determina un senso di impunità dei trasgressori che, il più delle volte, non vengono individuati e sanzionati».

E guardando alle proposte emerse in tal senso «oltre alla possibilità di incrementare l’impiego orario della protezione civile, si è auspicata una più fitta ed organizzata rete di collaborazione fra le istituzioni preposte: polizia municipale, corpo forestale, carabinieri, vigili del fuoco… Sarebbe opportuno – è stato rimarcato – anche il coinvolgimento dell’esercito italiano».

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