Home Cronaca «Fu ucciso e sepolto sotto terra con l’auto», sei gli ergastoli

«Fu ucciso e sepolto sotto terra con l’auto», sei gli ergastoli

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Caltanissetta –
Carcere a vita per i boss di Riesi e una schiera di presunti fiancheggiatori, tutti tirati in ballo per un omicidio di mafia di oltre un ventennio fa.

L’ergastolo è stato sentenziato nell’appello bis a carico dei fratelli Pino e Vincenzo Cammarata, per il collaborante Giuseppe Toscano che non s’è visto riconoscere l’attenuante della collaborazione, Gaetano Cammarata,  Carmelo Vasta e Orazio Buonprincipio e 18 anni sono stati comminati al collaboratore di giustizia Calogero Barberi.  

C’è chi, tra loro, è ritenuto la mente del delitto e chi, invece, si sarebbe occupato delle fasi organizzativa e operativa.

Unica riforma radicale della sentenza ha interessato  Massimo Amarù  -assistito dagli’avvocati Vanessa Di Gloria e Giuliano Dominici – adesso  assolto, come d’altronde chiesto dalla stessa procura, a fronte della condanna al «fine pena mai» chee era stat sentenziato a suo carico in precedenza.

Gli imputati -difesi dagli avvocati Vincenzo Vitello, Giampiero Russo, Antonio Impellizzeri, ed Emanuela Lanzafame –  sono stati tirati in ballo per l’omicidio del riesino Michele Fantauzza, vittima ventuno anni fa della lupara bianca.

I suoi resti sono stati poi trovati sotto terra all’interno della sua utilitaria sepolta a cinque metri di profondità in un cantiere nell’area del Riesino.

Sono stati recuperati una decina di anni dopo la sua morte grazie alle rivelazioni di un collaboratore di giustizia, uno dei fuoriusciti dal clan di Cosa nostra per entrare a far parte di una frangia ribelle.

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