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Giovedì Biagio Conte in visita a San Giovanni Gemini

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SAN GIOVANNI GEMINI – Giovedì 23 gennaio, alle ore 11:00, l’Unità Pastorale di San Giovanni Gemini, accoglierà per un incontro-testimonianza Fratel Biagio da Palermo, fondatore della Missione “Speranza e Carità” dove, aprendo loro le porte, da speranza ai poveri di Palermo, ai disperati senza più fiducia nella vita. L’incontro con il “Testimone della Carità” avverrà presso l’Aula Magna, (plesso scolastico Sacramento) con gli studenti dell’Istituto Comprensivo “FILIPPONE” e dell’Istituto I.P.I.A. “ARCHIMEDE”; l’agenda del mistico è fitta e prevede alle ore 14:00  la Visita ai centri Caritas; alle ore 15:30 Visita case alloggio per anziani; alle ore 17:30 incontro con gli animatori della carità dei tre centri della Caritas Intercittadina presso il salone della Matrice; alle ore 18:30 Santa Messa per tutta la comunità; alle ore 19:30 Incontro con il gruppo giovani e con gli animatori dell’Oratorio.  Biagio Conte  è un missionario laico, infatti pur facendosi chiamare fratel Biagio non è frate, non è sacerdote, è un eremita, un pellegrino, un umile servo del signore che, ha abbandonato la sua vita agiata e come San Francesco d’Assisi, s’è fatto povero tra i poveri per aiutare quanti, nella disperazione, di trovano ad affrontare i morsi della fame e sono stati dimenticati da una società dove opulenza e ricchezza manifestata senza pudore contrastano con la povertà dei  più deboli  dimenticati ingiustamente.” Una società che non ha cura di chi ha meno fortuna nella vita è una società ingiusta, e prima o poi il suo destino è quello di una crisi irrimediabile, una rovina senza appello”. Biagio Conte da quasi trent’anni, da quando, cioè, ha deciso di cambiare vita, dedicandosi ai poveri, offre accoglienza e da loro lo stimolo per essere fiduciosi nella vita ai senzatetto della sua città, Palermo, ospitandoli nelle case della Missione “Speranza e Carità”, che ha saputo creare, spinto da un desiderio irrefrenabile di fare qualcosa per il suo prossimo, nel capoluogo siciliano. Questo novello San Francesco siciliano, vestito di un umile saio e dal sorriso disarmante, usando i modi che la Chiesa conosce e predica da millenni: il digiuno, la preghiera e la vicinanza agli ultimi, sta ridando speranza e dignità a coloro che dalla vita hanno preso solo schiaffi: disoccupati, vagabondi, clochard, alcolisti, detenuti, prostitute, migranti. La sua opera è ormai conosciuta e dalla gente comune alle autorità religiose e politiche non mancano il sostegno e il plauso al suo infaticabile lavoro.

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