Mussomeli – Scatta il processo per un grosso giro di droga nel Vallone. È stato il gip di Caltanissetta , Grazia Luparello, a fissarlo nei confronti di quattordici dei quindici coinvolti nell’indagine dei carabinieri che poco più di un paio di mesi fa ha fatto scattare una pioggia di misure cautelari, tra carcere e domiciliari.
Unica posizione fuori dal giudizio immediato fissato per fine giugno è quella del pizzaiolo, mussomelese d’adozione, Ahmed Atia – assistito dall’avvocato Gianluca Nigrelli – che poi ha lasciato gli arresti domiciliari per tornare libero.
Sotto processo, invece, sono chiamati il quarantaseienne mussomelese Federico Lo Manto, la trentatreenne di Mussomeli, Antonella Alotta e il suo compagno indicato come il leader del gruppo, il quarantottenne di Sutera, Calogero Giuseppe Malta, il quarantaquattrenne Filippo Fabrizio Aiello, il trentaquattrenne Gino Gueli, il sessantenne Luca Calogero Lauricella – a loro è stato contestato il reato associativo finalizzato al traffico di stupefacenti – il quarantaduenne di Campofranco, Antonino Lattuca, il ventitreenne di Mussomeli ma abitante a Casteltermini, Paolo Bellino, il suocero, il quarantasettenne di Casteltermini, Francesco Di Bernardo, il trentanovenne di San Cataldo, Eros Doria, il quarantaduenne Rosario Lo Re, il trentunenne Calogero Grimaldi, entrambi di Casteltermini – tutti e due di Casteltermini – e il quarantaduenne di Favara, Antonio Puma tra coloro che hanno chiesto, di contro, di essere giudicati con il rito abbreviato – assistiti dagli avvocati Salvatore Baiamonte, Carmelo Amoroso, Giuseppe Panepinto, Sergio Iacona, Dino Milazzo, Pietro Sorce, Giuseppe Barba, Gesua Nugara, Salvatore Pappalardo, Massimo Scozzari e Gianluca Nigrelli) – tirati in ballo per spaccio.
Una valanga di episodi quelli che sono stati contestati loro. Qualcosa come 220 o poco meno. E i carabinieri avrebbero documentato questo imponente giro di cocaina, marijuana e hashish nel solo arco temporale che va dalla fine del 2019 fino agli inizi del 2020. “Roba” che sarebbe stata smerciata a Mussomeli, Campofranco, Sutera, Acquaviva, Villalba e nell’Agrigentino. E tra loro, nel tentativo di eludere eventuali intercettazioni, avrebbero utilizzato un linguaggio in codice per indicare le sostanze.
Nelle scorse ore, peraltro , sono stati scarcerati Paolo Bellino e Rosario Lo Re, perché il gip avrebbe accolto la teoria della difesa secondo cui si tratterebbe, per i due, di movimentazione di lieve quantità di stupefacenti. Già in precedenza, entrambi, avevano ottenuto dal tribunale del riesame di lasciare il carcere per andare ai domiciliari. Ora sono totalmente liberi.