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Gli affari sporchi della mafia, nuovo processo per il boss e presunti scudieri

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Caltanissetta – Nuovo atto in Cassazione per un manipolo d’imputati. Sono ritenuti legati alla mafia. Sì, bosse presunti fiancheggiatori. Poco più di una dozzina in tutto per sottoporsi al giudizio della Suprema Corte nel tentativo di ottenere il colpo di spugna alle affermazioni di responsabilità che sono state sancite dalla corte d’Appello di Caltanissetta.

A cominciare dal boss sessantenne Salvatore Rinzivillo che è uscito dal precedente grado del giudizio con la condanna a vent’anni di carcere.

Nuovo processo anche per Aldo Pione, Alessandro Romano,  Emanuele Romano,  Filippo Giannino,  Gaetano Massimo Gallo,  Giandomenico D’Ambra,  Giuseppe Flavio Gallo,  Ivano Martorana,  Rolando Parigi,  per i militari Cristiano Petrone  e Marco Lazzari e per Rosario Pione, che in appello sono state condannati pene che oscillano da un massimo di poco più di dodici anni a un minimo di ventiquattro mesi, con uno sconto sulla condanna rispetto al primo grado del giudizio  .

Gli affari sporchi del clan tra droga ed estorsioni, secondo l’impianto accusatorio, si sarebbero spostati sia nella Capitale che al nord Italia e sarebbero stati curati – per i magistrati – da Salvatore Rinzivillo su incarico dei fratelli condannati al carcere a vita.

Vincenzo Falci

 

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