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«Gli ospedali dell’isola rischiano di rimanere senza farmaci», dall’Ars l’allarme del deputato Pasqua

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Palermo – «Si rischia di lasciare i pazienti senza cure e pagare medicinali a peso d’oro». A lanciare l’allarme, su scala regionale, è il deputato pentastellato dell’Ars, Giorgio Pasqua che, guardando al fronte assistenza sanitaria a livello isolano, ha acceso i riflettori sui problemi irrisolti che riguardano la Centrale unica di committenza «che non riesce a garantire tempestivamente le necessità rappresentate dalle aziende sanitarie per dare risposte alle esigenze assistenziali della popolazione».

Lo stesso deputato è partito dal presupposto che «gli ospedali hanno necessità di farmaci… le case farmaceutiche hanno necessità di sapere quanto devono produrre perché non è semplice procurarsi farmaci da un minuto all’altro.

Da qui il timore che «la Sicilia rischia, a breve, di trovarsi di fronte ad uno dei più importanti disastri economici ed assistenziali causato da lungaggini, carenze ed inefficienze da parte della macchina burocratica regionale relativamente all’approvvigionamento dei farmaci».

Secondo lo stesso Pasqua «sono ormai prossime le scadenze delle proroghe di importanti procedure di gare, senza le quali le aziende sanitarie saranno costrette ad acquistare i farmaci a prezzi più elevati o addirittura saranno impossibilitate a procedere agli approvvigionamenti. A breve – ha aggiunto – scadrà la proroga di una gara strategica per l’acquisizione di farmaci salvavita e ad alto costo per importanti patologie come diabete, artrite reumatoide, malattie infiammatorie croniche intestinali, per la quale ad oggi le aziende sanitarie non hanno ricevuto alcuna indicazione in relazione alle attività da porre in essere».
Poi una stilettata da parte dello stesso parlamentare in riferimento alla Centrale unica di committenza «storicamente sottodimensionata _ ha evidenziato – e ben lontana dalla dotazione organica prevista, annaspa con clamorosi ritardi e disservizi per cercare di tamponare situazioni ormai divenute pressoché ingestibili… si profila un aggravio di spesa per il servizio sanitario regionale e, soprattutto, un danno per i pazienti a causa del concreto rischio di mancato accesso delle terapie».

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