MUSSOMELI – Sono i furbetti del coronavirus, una furbizia pericolosa per loro e gli altri. Così succede di tutto. “Giusto per controllo, non sono iperteso ma potrebbe misurami la pressione?”. Questa è uno delle tante richieste insensate che sono pervenute, in questi giorni al Pronto Soccorso di Mussomeli. Malati immaginari e, talvolta, in malafede dato che più di un paziente si è recato all'”Immacolata Longo”, dopo che era stato fermato e aveva giustificato la fuoriuscita con un malessere. Pronto soccorso che diventa alibi ma giova ricordare che i nosocomi sono luoghi privilegiati per il contagio. Recarsi in corsia quando non si ha bisogno di visite, è un rischio per chi è costretto a lavorare all’ospedale così come per chi è incapace di stare a casa. La casistica degli indisciplinati è ampia: dal pensionato che si mette in fila in banca o alla posta per l’estratto conto, alla signora che riempe il carrello del supermercato all’inverosimile e, dopo aver pagato ed essere uscita fuori, torna dentro perchè ” ha dimenticato i punti premio fedeltà”. Chi si reca in farmacia per creme di bellezza e antirughe, l’allegra comitiva che si riunisce per una grigliata in campagna dove l’aria è salubre. Chi esce in emergenza per comprare l’uovo di pasqua o per procurarsi luci, amplificazioni ed effetti scenici per i flash mob. Chi lascia le mure domestiche alla disperata ricerca di un bouquet di fiori. Poi ci sono i fatalisti: “Se ha da succedere deve succedere”. I “genetisti” quelli che credono che il virus sia ereditario, per cui “se io sto bene anche la mia famiglia è immune”, così baci e abbracci con i parenti fino al centesimo grado. Infine per fortuna c’è la maggioranza, quelli che fanno il proprio dovere. Stare a casa e uscire il meno possibile. E’ una regola di buonsenso non un atto eroico, quello è una prerogativa di chi oggi è in trincea. Rispettare le misure anticontagio è determinante per salvare Italia e italiani.