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Il Vallone saluta la zona gialla e i ristoratori bocciano il Decreto Draghi

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Mussomeli – Ultima boccata d’aria ieri per bar e ristoranti del vallone in vista dell’ultimo Decreto legge e primo debutto del Governo Draghi. Mezza Italia in lockdown da oggi  fino a Pasqua, dopo tre settimane di zona gialla nuova virata verso le restrizioni. Cartellino arancione con picchi di rosso per la Sicilia.  Per tanti è stata corsa all’ultimo pranzo fuori, alla passeggiata in spiaggia, piuttosto che all’ultimo assembramento di fatto. Castelloincantato ha raccolto la dichiarazione di tre ristoratori della zona con l’intento di coglierne gli umori con cui si apprestano ad affrontare la Santa Pasqua. “L’ultimo inaspettato Dpcm ci ha danneggiato tantissimo” riferisce Ignazio Falletta, proprietario del ristorante “La Mulinella”. “Mi sono ritrovato ad avere annullate numerose prenotazioni per le quali mi ero già approvigionato di scorte alimentari. Già enormemente penalizzato dalle restrizioni che mi imponevano un max di 40 persone per un locale che normalmente ne può ospitare anche 90 e più. Ma ci saremmo accontentati, oltretutto il ristorante è un luogo in cui si può  mantenere agevolmente il distanziamento e tutte le misure precauzionali anti Covid.  Il calo medio registrato supera il 50% del fatturato totale, nonostante la mia attività abbia potuto beneficiare del portico esterno, premiata anche dal clima mite della nostra Sicilia”. E aggiunge: “da domani si arrecherà un disagio non indifferente anche a tutti coloro- e sono tanti- che per ragioni di lavoro si trovano ad attraversare la tratta PA-AG. Parlo di agenti di commercio, impiegati e operai dei cantieri stradali. Ricordo la mia è anche un’area di ristoro per chi viaggia” su un tratto stradale, lo ricordiamo, parecchio inospitale. Non meno agguerrita la testimonianza di Giuseppe Cunetta, proprietario a Serradifalco della pizzeria “Casa Vostra”. Alla domanda “come avete accolto l’ultimo Decreto legge” risponde senza esitazione “Malissimo! Per un attimo ci crediamo e subito dopo non più. La gente ha voglia di vivere, vorrebbe tornare a vivere, uscire da questa situazione contro natura. La vita, lo sappiamo, è fatta di relazioni, ma se non si può un motivo ci sarà. Un problema che non si riesce a risolvere. Ho assunto un ragazzo da poco, invogliato dai buoni risultati prodotti dalla zona gialla, ma ora sto seriamente valutando l’idea di licenziarlo”. Ed apre un varco sulle condizioni lavorative dei giovani e non. Tuona invece contro il Governo, nazionale e regionale, il noto imprenditore mussomelese Tanino Nola che dal suo Agriturismo Monticelli si imbatte in un’accurata disamina della situazione politica del momento. “Sono deluso” esordisce con tono accusatorio. “Un Governo nazionale che per evitare di essere attaccato -come succedeva al già Governo Conte- ha deciso di sparire dai media, col tacito consenso della stampa e dei mezzi di comunicazione ormai totalmente asserviti al sistema. Che poi cos’è in fin dei conti se non il governo dei poteri forti? Un Governo Regionale che, nella figura del suo presidente, sarebbe meglio se non ci fosse”. E si chiede “come mai nella regione delle pecore e in Israele si è sconfitto il virus, mentre in Italia, quinta potenza mondiale mancano i vaccini? In cosa si è peccato? Tempistica, burocrazia o volontà di alimentare qualsivoglia altra fonte di approvvigionamento del vaccino”. E aggiunge che in alcuni paesi asiatici il vaccino è inserito in un pacchetto di turismo culturale come ultima chicca del viaggio esotico. “Un popolo non ancora maturo, a differenza dei cugini d’oltralpe a cui è bastato un insignificante aumento del prezzo del carburante per insorgere contro il Governo. Qui, da noi invece, i commercianti sono trattati come birilli, spostati a loro piacimento in funzione dei loro giochi politici ed economici. Locali chiusi e ristori che non arrivano. Le 100 persone che oggi ho ospiti a pranzo la dicono lunga sul desiderio delle persone ma non possono ripagare i lunghi periodi di fermo di un’attività che necessita di continuità per reggersi. E non oso pensare a chi deve pure pagare l’affitto! Anche nel nostro piccolo centro se molto è stato fatto, molto ancora rimane da fare, 500 vaccini non sono tantissimi a fronte dei 12000 abitanti”. E conclude ricordando la predica di padre Pietro Bilotta sul senso della parola, dopo l’amara considerazione che se fosse in tempo lascerebbe la sua pur amata terra!

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