Caltanissetta – C’è un altro filone d’indagine, oltre a quelli già aperti, legati a presunte truffe ai danni dell’erario. Che si sarebbero consumate, secondo la tesi degli inquirenti, frodando il fisco.
Come per il troncone principale, anche in questo caso il cliché sarebbe legato a compensazioni fiscali fasulle. Dovute solo grazie e presunti raggiri.
In questo nuovo dossier, che viaggia sull’asse tra il Nisseno e l’Agrigentino, vi sono un’altra dozzina d’indagati
e, tra loro, anche un gelese che è stato già coinvolto in un’altra inchiesta su presunti affari sporchi. Anche se per lui – in riferimento all’altra indagine – è stato poi chiesto e ottenuto l’annullamento del provvedimento cautelare.
È il quarantaseienne Simone Di Simone il cui nome sarebbe finito al centro di questo nuovo fascicolo degli inquirenti.
Il meccanismo sarebbe quello della tranche principale e farebbe riferimento a presunti pseudo investimenti – per l’accusa inesistenti – nelle cosiddette aree svantaggiate. Anche un noto professionista è finito nell’occhio del ciclone per un paio di precedenti bracci di un’inchiesta ancor a più largo raggio.