Mussomeli – Il Comune di Mussomeli, così come anche Serradifalco e San Cataldo, non hanno chiesto di costituirsi parte civile all’udienza preliminare a carico di tre dirigente regionali tirati in ballo per problemi ambientali alla miniera Bosco-Palo.
La richiesta di rinvio a giudizio pende sul settantaseienne Felice Crosta, il quarantaquattrenne Dario Ticali e il cinquantenne Marco Lupo.
Il primo come vice commissario delegato per l’emergenza bonifiche, gli altri due come titolari della struttura del soggetto attuatore del commissario delegato per bonifiche e risanamento ambientale.
La costituzione di parte civile è stata chiesta dal ministero dell’Ambiente, dall’associazione «No Serradifalko» e Wwf Sicilia Centrale (assistiti dagli avvocati Giuseppe Laspina, Salvatore Sollami e Salvatore Patrì).
I tre, secondo la tesi accusatoria, in relazione alla gestione del dismesso sito minerario «San Cataldo Bosco – Palo», si sarebbero resi responsabili di condotte colpose nonostante le posizioni di garanzia da loro rivestite.
In particolare, cinque anni addietro, avrebbero omesso ogni controllo, la messa in sicurezza e la bonifica della discarica di rifiuti che sarebbe stata realizzata nella zona in questione.
Sulla base di queste omissioni – sempre per l’accusa – avrebbero provocato un disastro ambientale tenendo una enorme quantità di rifiuti pericolosi, amianto compreso. Una montagna di eternit.
Il sito non sarebbe mai stato ripulito. Ma i controlli disposti dalla procura avrebbero escluso la presenza di materiale radioattivo ammassato nel sottosuolo.
E la presunta maggiore incidenza dei neoplasie nella zona del vallone, che sarebbe stata rilevata dal registro dei tumori, non sarebbe poi stato provato sotto il profilo scientifico.