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«Intestò beni per sottrarli a possibile sequestro», a giudizio lui e presunti prestanome 

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Caltanissetta – È per intestazione fittizia di beni che saranno processati. Così ha disposto il gup di Caltanissetta, Valentina Balbo accogliendo le richieste del pm Pasquale Pacifico.

A giudizio andranno l’imprenditore nisseno quarantenne Matteo Allegro che è accusato di avere intestato suoi beni a prestanome.

Un ruolo, questo, che i magistrati hanno affibbiato alla compagna dello stesso Allegro, la trentanovenne Alessia Assunta Taschetti – assistiti dall’avvocato Dino Milazzo – e al trentasettenne Filippo Principe – assistito dall’avvocato Massimiliano Bellini – tutti e tre andati al cospetto del gup.

Nel differenziazione delle contestazioni mosse a loro carico, Principe e Allegro sono stati tirati in ballo per intestazione fittizia di beni in concorso, mentre sempre Allegro e la compagna anche un tentativo dello stesso reato.

Al centro della vicenda vi sono una sala scommesse di via Filippo Paladini e un centro scommesse, il «King starslot» di via Santo Spirito.

Aziende che, secondo gli inquirenti, avrebbero fatto capo ad Allegro ma che artatamente sarebbero state intestate ad altri per sottrarle – sempre secondo il teorema dei magistrati – a una eventuale misura patrimoniale.

Perché Allegro è stato ritenuto il personaggio chiave dell’inchiesta «Lex Jeux sont fait» della squadra mobile – che ha coinvolto nella sua globalità appartenenti alle forze di polizia, imprenditori e gestori di bar e sale scommesse – incentrata su presunte truffe allo Stato con slot machine truccate.

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