Caltanissetta – Per anni l’avrebbe maltrattata e umiliata. E poi l’avrebbe pure stalkerizzata. Una vera e propria persecuzione ai danni della sua ex compagna nonostante si trovasse sottoposto agli arresti domiciliari.
E alla fine, alla luce di ripetute violazioni, su indagine dei carabinieri è stata applicata la gip l’aggravamento della misura cautelare che pendeva già a suo carico.
Così il sessantenne Biagio Polizzi – assistito dall’avvocato Sergio Iacona – è finito in carcere per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.
Già il 5 aprile scorso era finito ai domiciliari con il braccialetto elettronico per questa vicenda, sull’onda di una denuncia presentata dalla donna.
Ma nonostante gli fosse vietato qualsiasi contatto, lui avrebbe continuato la sua azione attraverso i social, anche chiedendole perdono o al contrario, con messaggi che contenevano minacce di morte per lei e i suoi familiari, fino a tentare di contattarla al suo cellulare.
E in mezzo tutta un’altra serie di elementi raccolti dai militari che, alla fine hanno indotto la procura a chiedere il carcere. Misura che è stata disposta dal gip Valentina Balbo.
Sullo sfondo una situazione di coppia da anni logora. Con lui che l’avrebbe offesa e umiliata anche in presenza di estrani con frasi fortemente offensive.
In una circostanza, dopo l’ennesima lite, la donna è fuggita in casa di una vicina insieme al figlio. Lui l’avrebbe raggiunta lì e le avrebbe spaccato il cellulare per impedirle di chiamare le forze dell’ordine.
E poi l’avrebbe minacciata di morte nel caso in cui – e lui sarebbe stato ossessionato in tal senso- lei avesse avuto altri uomini.
Le avrebbe anche danneggiato l’auto minacciala «che la prossima volta «l’avrebbe distrutta». O in un’altra circostanza ancora davanti la casa di lei avrebbe lasciato un vassoio di dolici con sopra un proiettile un bigliettino con su scritta la frase «di quello che ti ho lasciato ne ho due in tasca! Uno per te e uno per il tuo amico».
E poi messaggi su Tik Tik chiedendo perdono o su Facebook, questa vota con minacce, che sarebbero state riferite a lei.
E per finire, l’uomo, mentre era ai domiciliari con il braccialetto elettronico, avrebbe anche incontrato il suo operaio, nonostante gli fosse vietato ogni contatto con l’esterno.
Questo lo scenario che ha fatto scattare adesso il carcere a carico di Polizzi rinchiuso in una cella del «Malaspina» di Caltanissetta.