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La Sicilia piange il cardiologo signorile, scrupoloso e sensibile. Si è spento il dottore Aldo Alaimo

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Mussomeli – Il suo cuore ha smesso oggi di battere. Aveva 67 anni.  Un contrappasso e un contraccolpo odiosi e insopportabili.  “Alberto, parti pure per Palermo. Verrò domani in treno, c’è una signora alla casa di cura che sta male”. Non saprei dire quante volte il dottore Aldo Alaimo,  cardiologo di gran vaglia,  ha fatto rinunce per curare  gli altri, spesso gli ultimi.  Rinunciava al pasto, all’onorario, al riposo, per rispettare,  quasi allo sfinimento, quel giuramento di Ippocrate che per molti, troppi medici ormai è “pura imago sine re”, una parvenza priva di significato. Sì, era  il mio medico  ma non solo. C’era dell’altro. Quando capii la levatura morale, quella professionale era nota ovunque e a tutti, decisi che avrei voluto annoverarlo tra  i miei  amici. Mi concesse questo privilegio e ogni giorno l’ho ammirato sempre di più. Curava persone, non pazienti. Per passione, non per soldi. Lo faceva con scrupolo e senza distinzioni. Legatissimo a Mussomeli tornava il fine settimana e, spesso, visitava anche 18 ore in un giorno. A Palermo, a Mussomeli e ovunque esercitasse c’era sempre una fila sterminata di persone,  provenienti da tutta la Sicilia,  che si affidavano, a ragione, alle sua maestria. Mai una visita frettolosa, qualche volta mi ha mandato un messaggio alle 3 di notte, dopo aver finito l’attività ambulatoriale a Mussomeli. A Palermo se lo contendevano le migliori cliniche private, riusciva in cure quasi da taumaturgo. Curava col cuore il cuore degli infermi, dei i bisognosi, dei  deboli.   “La vera misura di un uomo – hanno osservato con acume – si vede da come tratta qualcuno da cui non può ricevere assolutamente nulla in cambio”.  Mai un calcolo, mai un compromesso, mai un tornaconto. Era scrupoloso con tutti, auscultava con lo stesso impegno il ventenne e il novantenne, l’altolocato e l’umile. Spesso viaggiavamo insieme per Palermo. Era colto, sempre garbato, signorile  e dotato di humor. Mai una volgarità, nonostante fosse quasi stalkerizzato dai pazienti non ricordo un segno di insofferenza. Ogni tanto gli dicevo: “tu sei il medico e il paziente, per la sua inesauribile comprensione della sofferenza altrui”.  Figlio del professore professore Calogero Alaimo e dell’insegnante,  signora Mariannina Pennica, dopo aver studiato dai salesiani a Palermo, si era laureato a pieni voti in medicina e specializzato in cardiologia e angiologia presso l’ateneo del capoluoogo. Veniva tenuto in altissima considerazione da tutti i luminari della cardiologia che conoscevano le capacità  cliniche del medico mussomelese. Avrebbe potuto fare carriera accademica, più di una volta ho assistito a degli ordinari che chiedevano il suo parere, ma alle cattedre ha preferito i lettini, alle penne gli stetoscopi. Ha  operato, curato salvato vite con scienza, coscienza e umanità. Nessun medico può fare  di più. Era un attento e affezionatissimo lettore di Castello Incantato. Ha anche onorato e alzato il livello della testata con suoi contributi di carattere medico.  Ricordo che quando il giornale fu  sotto attacco da parte di persone in malafede e  che avrebbero preferito zittirci, non esitò  a metterci la faccia, prese la penna e fu tra i pochi, se non l’unico,  sempre in nome di quel coraggio e dell’onestà etica e intellettuale che lo animava,  a  difendere il giornale e l’ingrato compito di chi vi opera e scrive. Quella volta ebbi la certezza che il sogno di averlo come amico si era avverato. A Pasqua seguì la diretta dei riti della Settimana Santa di Mussomeli e in ogni articolo non faceva mai mancare il suo gradimento. La sua morte ha spezzato il cuore delle tantissime persone a cui lo aveva ricomposto. Lascia la moglie, la signora Liana  Citarda, il figlio Alberto e la sorella Gabriella. Le messe esequiali verranno celebrate  a Palermo e nel paese natio, domani 9 maggio alle ore 17 presso la Chiesa del Don Bosco Ranchibile, poi  ci si muoverà verso Mussomeli dove  mercoledì 10 maggio alle ore 10,30 presso la Chiesa di Cristo Re si terrà l’altro rito funebre. 

 

 

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