Mussomeli – È un fermo richiamo, quello del prefetto, perché si rispetti il decoro delle bandiere della Repubblica Italiana e di quella dell’Unione europea esposte all’esterno e all’interno degli edifici pubblici.
Lo stesso prefetto Chiara Armenia s’è rifatta alle indicazioni giunte dall’ Ufficio del cerimoniale di Stato della Presidenza del consiglio dei ministri, che più volte ha esortato gli uffici pubblici perché «provvedano alla corretta osservanza delle disposizioni che disciplinano l’esposizione delle bandiere della Repubblica Italiana e di quella dell’Unione Europea all’esterno ed all’interno degli edifici pubblici, affinché si dedichi particolare cura nell’assicurare il massimo onore dovuto a uno dei simboli dello Stato democratico e repubblicano».
Invito che è stato indirizzato ai sindaci e commissari straordinari dei comuni che formano il libero consorzio, a tutti dirigenti degli uffici pubblici statali e regionali e ai dirigenti scolastici.
Tutti stimolati perché impartiscano «le necessarie disposizioni affinché si assicuri un’attenta e periodica verifica dei vessilli, garantendo sia la corretta esposizione, nel rispetto delle regole protocollari, sia che gli stessi non si presentino logori, scoloriti o strappati, provvedendo ad un ‘immediata sostituzione delle bandiere che dovessero risultare in stato di degrado».
E sono state fornite anche precise indicazioni come protocollo vuole, ossia che «alla bandiera nazionale deve essere riservato il posto d’onore, cioè a destra – a sinistra per chi guarda ponendosi di fronte – in caso di esposizione di due bandiere o al centro nel caso di esposizione di tre bandiere». Passando poi al codice penale che prevede la reclusione fino a due anni per «chiunque pubblicamente ed intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato».