Home Cronaca L’arte presepiale del “poliartista” Riccardo Orifiamma

L’arte presepiale del “poliartista” Riccardo Orifiamma

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Mussomeli – Oggi in camice quotidianamente  setaccia le vene dei pazienti, mentre la sua vene artistica, seppur trascurata, non si è  mai sopita. Riccardo Orifiamma, infermiere mussomelese di 37 anni che lavora in Lombardia, è un creativo poliedrico. Il suo estro si esprime con diverse tecniche: disegni, dipinti, acquerelli, lavori in legno ma anche nella difficile e attuale, in questo periodo di festa, arte presepiale. Una passione antica confessa il giovane, nata da bambino. “Mi ricordo il primo presepe che abbiamo realizzato insieme a mio fratello Don Calogero,  – ricorda Riccardo – allestito sulla ‘buffetta’ dei nonni, un manufatto ligneo antico che tuttora conservo gelosamente in soffitta nel mio laboratorio e che avevo restaurato personalmente a suo tempo.Il corso di restauro di materiale ligneo tenutosi a Sutera tra il 2002 e il 2003, mi ha dato successivamente  la possibilità di arricchire il mio bagaglio culturale e artistico. Dopo aver conseguito il diploma tecnico per geometri, mi ero iscritto all’Accademia di Belle Arti di Palermo con indirizzo decorazione ma non ho terminato gli studi per vari motivi. Gli ultimi lavori di arte presepiale risalgono agli anni 2000 e raffigurano chiese e scorci del nostro amato paese.  Purtroppo impegni personali, l’adempimento degli obblighi di leva ,gli studi universitari a Messina e il trasferimento a Milano per lavoro, mi hanno fatto abbandonare ogni attività artistica. Milano  è una grande città metropolitana dove tutti corrono, tutti hanno fretta, c’era la frenesia del lavoro che mal si concilia con l’ispirazione”. Però l’arte di Riccardo è un fuoco soffocato ma sempre ardente, pronto ad alimentarsi con il primo soffio di fantasia. Il pretesto e lo spunto arrivano dalla Sicilia, e dall’amore della famiglia. “Tutto inizia in una giornata piovosa novembrina – rivela il giovane – nella malinconia di vedere delle cassette di legno vuote usate  dai miei genitori per spedirmi le conserve ,e qui proprio che nasce un profondo discernimento interiore. Non nascondo il magone quel senso di nodo alla gola. Dovevo dare vita a quelle due cassette di pomodori che ancora profumano di casa anzi di ‘Quarto di Rose’  la contrada dove è ubicata la mia campagna. E cosi che nasce ‘L’ultimo Impero’ frutto di pura espressione artistica, un’opera realizzata di getto,  nel formato di 130x60x80 cm. Ho avuto stavolta l’opportunità di sperimentare altri materiali e strumenti come il polistirene e la colla a caldo suggerita dal mio amico Daniel Fasino anche lui appassionato di arte presepiale. E stato un connubbio perfetto con gli altri materiali che già usavo a suo tempo come il sughero grezzo e lavorato, gesso stucco e pittura acrilica e sintetica.La novità vera e propria è stata l’uso di tegoline e mattoncini ordinati presso market di Napoli. Ho sempre ammirato i presepi stile napoletano ma ho trovato ispirazione nella Natività nella Pittura come i grandi maestri Andrea Mantegna,Filippo Lippini, Albrecht Durer,Giorgione Paul Rubens,Bramantino,Hans Memling, Perugino, Botticelli Ghirlandaio ecc. “. Il presepe celebra la natività di Gesù e Riaccardo sottolinea: “Dedico questa opera ai miei figli Desire e Anthony, l’h intitolata Ultimo Impero, in riferimento a quello romano spazzato  dalla venuta di Gesù re dei re, sovrano dei sovrani”.

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