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«Lo scandalo del minorile», condannata ex direttrice per un solo capo e assolti altri sette  

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Caltanissetta – Cadono buona parte delle accuse per il cosiddetto scandalo del «minorile». Inchiesta che ha coinvolto la ex direttrice, suoi familiari e conoscenti e associazioni per corsi professionali.

Ma alla fine il teorema accusatorio ha retto solo in parte per la stessa ex dirigente, mentre sono totalmente cadute per gli altri sette imputati.

Condannata, ma per un solo capo d’imputazione, l’ex direttrice dell’Istituto penale minorile di Caltanissetta, Alfonsa «Nuccia» Micciché  – assistita dagli avvocati Raffaele e Riccardo Palermo -a 2 anni e 8 mesi di reclusione, a fronte dei  5 anni chiesti dall’accusa.

È stata riconosciuta colpevole del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, mentre è stata assolta per il reato associativo, un paio di episodi di corruzione e abuso d’ufficio.

Ma è stata pure condannata a risarcire una delle parti civili, ossia il ministero della Giustizia – assistito dall’avvocato Giuseppe Laspina –  mentre è stata rigettata la richiesta risarcitoria della Cgil – assistita dall’avvocato Massimiliano Bellini – costituita pure parte civile.

Assolti, di contro, Giuseppe Focaccio presidente della Onlus l’«Araba fenice», la dipendente  della stessa Onlus, Gaetana Rosaria Migali , Federica Fiorenza, figlia della ex responsabile dello stesso istituto minorile, il fratello Fabrizio Fiorenza, Emiliano Maria Longo docente per alcuni corsi destinati ai minori reclusi, il legale rappresentante del Centro servizi formativi Enaip, Salvatore D’Antoni e William Daniele Antonio Di Noto amministratore unico della società cooperativa sociale «Iopervoiperio»,  assistiti dagli avvocati Giacomo Butera, Davide Anzalone, Raffaele e Riccardo Palermo, Diego Giarratana, Walter Tesauro, Rudy Maira, Carlo Petitto e Robert Ranieli .

Sono stati processati dal dal tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo – a latere Nicoletta Frasca e Maria Vittoria Valentino – perché  tirati in ballo, a vario titolo, per associazione a delinquere, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, corruzione e concussione per induzio

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