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Lo sfogo della professoressa Enza Luvaro: “Sulla scoperta archeologica solite maldicenze su compaesani, manca onestà intellettuale”

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Mussomeli – Anche rinvenire un reperto archeologico per taluni è occasioni di alimentare polemiche. Così succede nel mondo di Facebook che stravolgendo gni logica e umana comprensione, più di una persona, a seguito della pubblicazione dell’articolo sul nostro quotidiano, che ha reso pubblico il ritrovamento di un Sileno ad opera di Andrea Luvaro e Sofia Bulgarini,  abbia provato a fomentare sospetti e a gettare discredito sull’operato encomiabile dei due ragazzi. Sull’argomento, rompendo il suo proverbiale silenzio, è intervenuta la professoressa Enza Luvaro, zia dell’archeologo e che da tempo vive a Firenze. Questa volta, tradendo la rotta manzoniana-, i panni sporchi non si lavano nell’Arno, ma esposti in bella vista di fronte al fiume Gallodoro.  “Non uso i social  – esordisce la docente – perché ritengo che il più delle volte vengono utilizzati per fare mero pettegolezzo. Ognuno dice la sua sulle piattaforme e, considerandosi invisibile poiché non ci si sta guardando in faccia, diritto negli occhi, si ci lascia andare, tanto chi ci vede, chi può dire nulla. Si lancia il sasso, si scatena la querelle e poi… Quel che sarà sarà. Questo è quello che ho pensato quando mi sono stati fatti leggere i commenti riguardanti l’articolo sul ritrovamento archeologico a Raffe. Riflettendoci ancora su, mi sono chiesta se per caso, e non credo di sbagliarmi, al posto di far riferimento ad Andrea Luvaro e Sofia Bulgarini l’articolo avesse riportato altro cognome, tipo: Andrea Brambilla, cognome tipico Lombardo, il risultato sarebbe stato lo stesso? È proprio vero Mussomeli è il paese dei  ‘Pietro e Paolo’. Se a fare qualcosa è un forestiero, tutto va bene, pronti agli elogi e al plauso, quando invece è un Mussomelese, tutti pronti alle critiche: ‘chi voli chissu, unni voli arrivari, chi senti a capiri.”’Continuando con le mie riflessioni ho pensato che a Mussomeli i malpensanti e i maldicenti sono proprio tanti, troppi direi. La passione per lo studio dell’archeologia scambiata per chi sa cosa, per quale strano interesse. Pazienza questa è la mentalità retrograda e meschina di tanti. Ora dico: se quanto è avvenuto non fosse stato più che legale pensate che ci sarebbero stati articoli di giornale e denuncia all’autorità? Sappiate che certe affermazioni sono un’offesa all’intelligenza altrui, sia per chi vive a Mussomeli sia per chi, come nel caso di mio nipote Andrea Luvaro, lo frequenta perché figlio di Mussomelese e perché ama Mussomeli con i suoi pregi e i suoi difetti.  Questo mio sfogo – conclude la professoressa Luvaro –  lo dovevo alla mia famiglia e a tutti i miei ex allievi che ho avuto l’onore di educare e ai quali, oltre la disciplina, ho sempre cercato di inculcare l’onestà intellettuale, a non lasciarsi irretire dalle mode del tempo, ad aver soprattutto una mente pensante e dire sempre quello che sentono e pensano”.

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