Home Cronaca «Mafia dei campi», sono dieci adesso gli imputati  

«Mafia dei campi», sono dieci adesso gli imputati  

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Caltanissetta – Le loro opposizioni sono state riunite alle altre ottone a giudizio per omicidio, ma anche per tutta una sfilza d’ipotesi di reato che sono entrati nel gran calderone dell’inchiesta madre.

È quella legata al delitto del trentaduenne pakistano Adnad Siddique ucciso la notte del 3 giugno di un anno fa in un agguato scattato in casa sua, perché si sarebbe fatto portavoce del malcontento di suoi connazionali che sarebbero stati sfrutta dalla cosiddetta mafia dei campi.

Il processo, riunto agli altri , è a carico del ventiquattrenne Bilal Ahmed  e del ventottenne Muhammad Shoaib  – assistiti dagli avvocati Rosario Di Proietto e Salvatore  Baglio – gli stessi che alcune settimane addietro si sono visto negare dal tribunale del riesame la revoca delle misure cautelari.

Sono sotto processo insieme  ad Shujaat Ali,  33 anni, Nawaz Muhammad, Ali Imran e Muhammad Sharjeel Awan, chiamati in causa per l’omicidio e, ancora, la canicattinese Giada Giarratana, Arshad Muhammad, Muhammad Mehdi e Sehzad Khuram –  assititi dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Salvatore Baglio, Massimiliano Bellini, Vanessa Di Gloria, Giovanni Di Giovanni,  Diego Giarratana, Evira Samuela Gravagna e Riccardo Contardi – accusati, a vario titolo, per omicidio, caporalato, associazione a delinquere mafioso finalizzato agli omicidi, sequestro di persona a scopo di estorsione, estorsioni, rapine, porto d’armi, lesioni personali e violazione di domicilio.

Loro due , Ahmed e Shoaib, avrebbero fatto parte del commando che quella notte ha fatto irruzione in casa del malcapuitato ucciso poi a coltellate e colpi di cacciavite dopo averlo colpito al capo con una bottiglia.

Gli stessi avrebbero anche reclutato manodopera per lavorare nei campi, praticando poi la cresta alle loro paghe. Questa, almeno, è la tesi accusatoria.

Nei loro confronti hanno chiesto di potersi costituire parti civili i familiari della vittima, il Comune, il Movimento volontariato italiano – avvocato Salvatore Patrì  –  due vittime di caporalato – avvocatessa Monia Giambarresi –  la Cgil – avvocatessa Maria Ricotta – l’associazione Proxima e altre persone offese – avvocati Adriana Vella, Jennifer Guarino, Graziano Baglio, Marco Lomonaco e Giuseppe Orlando –  la Flai Cgil – avvocatessa Stefania Giambra – un paio di vittime di caporalato – avvocatesse Sara Sammartino e Lia Minacapelli –  e la comunità «I girasoli» di Milen, per la sola imputazione di violazione di domicilio, e suoi ospiti – avvocato Giovanni Annaloro – anche se la difesa si è opposta, per questioni di forma. Ma alla fine il gup Valentina Balbo le ha ammesse.

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