Caltanissetta – Chiusa l’inchiesta su mafia, pizzo e droga a carico di un manipolo d’indagati. Tra loro anche il nuovo, presunto, reggente di Cosa nostra a Caltanissetta.
È il quarantatreenne Carmelo Antonio Bontempo che avrebbe raccolto le redini – ma secondo una teoria avrebbe anche approfitttato di un vuoto – alla guida della famiglia mafiosa nissena.
Dossier chiuso, oltre che per il presunto boss, anche per suoi sospetti fiancheggiati. E di questo elenco fanno parte i nomi del il quarantaquattrenne Giovanni Puzzanghera, del quarantottenne Ivan Villa, il quarantasettenne Francesco Zappia, il quarantatreenne Fabio Meli, – difesi dagli avvocati Danilo Tipo, Sergio Iacona , Davide Anzalone, Dino Milazzo, Walter Tesauro, Borsi Pastorello, e Fabio Presenti – i soli per i quali fine giugno dello scorso anno è un provvedimento restrittivo su odinanza di custodia cautelare,rittivi ().,il trentacinquenne Giovanni Vinciguerra, il quarantaduenne Giuseppe Polizzi, il ventottenne Mario Ragusa e il trentottenne Ernesto Mirandi – difesi d’ufficio dall’avvocatessa Antonella Macaluso – che non sono stati destinatari di provvedimenti cautelari.
La direzione distrettuale antimafia nissena, più in dettaglio il pm Pasquale Pacifico, ha ipotizzato a loro carico i reati, a vario titolo, di associazione mafioso dedita alla commissione di estorsioni e al traffico di sostanze stupefacenti.
Di mafia, in particolare, sono accusati Meli, Puzzanghera, Zappia e Bontempo con quest’ultimo indicato come a capo del clan.
Nel gran calderone dell’inchiesta anche richieste estorsive sotto l’ala di Cosa nostra e un traffico di droga, tra cocaina hashish e marijuana.