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Mafia e agguati, chiesti 4 condanne un ergastolo

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Caltanissetta – Ergastolo per il sospetto autista dei killer e condanne per i collaboratori di giustizia coinvolti, a vario titolo, in altri agguati di mafia.

Queste le richieste avanzate dalla procura nissena per una scia di sangue causata da contrasti maturati in ambienti mafiosi. In Cosa nostra, in particolare.

La pena massima, il carcere a vita, è stato chiesto cinquantaseienne di Riesi  Carlo Crapanzano  – difeso dall’avvocato Flavio Sinatra – mentre sono stati chiesti 8 anni ciascuno per i collaboranti Giuseppe Toscano, Gaetano Scibetta  e Calogero Barberi – difesi dagli avvocato Sergio Luceri, Francesco Provenzano e Simona Celere – e, chiude il quadro, Giuseppe Tardanico  – difeso dall’avvocato Ugo Colonna – anch’egli pentito, con una pena a 6 anni di carcere in continuazione con precedenti sentenze e il riconoscimento dei benefici legati al suo status di collaborante.

Sono tirati in ballo, a vario titolo, per i delitti di Calogero D’Alessandro, Pino Ferraro e Felice Bordonaro ed i falliti agguati a Tullio Lanza e Salvatore Pasqualino.

I familiari della vittime – assistiti dagli avvocati Vincenzo Vitello, Giovanni Maggio, Adriana Vella  e Paolo Testa – sono parti civili.

Ognuno dei cinque imputati , nel distinguo delle posizioni tracciato dall’accusa, è stato tirato in ballo con un preciso ruolo per i differenti episodi finiti al centro del fascicolo. E tutti hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato.

Per quanto riguarda il solo destinatario della richiesta di ergastolo, Crapanzano, in particolare, è ritenuto l’autista dei sicari che hanno assassinato Salvatore D’Alessandro. Secondo i magistrati, li avrebbe accompagnati prima e dopo la missione di morte

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