Home Cronaca Mancanza di manutenzione e lavori agricoli selvaggi rendono la Sp38 impraticabile

Mancanza di manutenzione e lavori agricoli selvaggi rendono la Sp38 impraticabile

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Mussomeli – Un fiume di fango. Ecco come si presenta da parecchi giorni (troppi ormai per la verità!), la SP38 ossia la strada che quotidianamente viene percorsa da un rilevante numero di lavoratori (e non) che sono nella necessità di raggiungere Caltanissetta. Le copiose piogge di questi giorni hanno aggravato le condizioni del  manto stradale che, anche in assenza di fenomeni atmosferici particolari, non versa di certo in buone condizioni. Ma se buche e dissesti fanno parte di quella “normalità” alla quale ahimè! ci siamo pressocchè  “abituati”, un percorso però in cui enormi pozze d’acqua si alternano ad asfalto viscido con presenza di detriti e calcinacci, ci auguriamo proprio che non diventi anch’esso normalità. Eppure a giudicare dal “tutto tace” in cui i pendolari consumano il loro quotidiano traghettare, sembra impensabile confidare in un miglioramento a breve termine della situazione. Anche perché, sparite quelle figure di operatori stradali che fino a non molto tempo fa si occupavano di manutenzione, il ripristino della viabilità sembra essere diventato una pratica squisitamente d’ufficio con tutti i risvolti del caso. A peggiorare ulteriormente questo stato di fatto, gli eventi meteorici che negli ultimi anni sono stati decisamente più intensi e imprevedibili rispetto anche a 15/20 anni fa. Inoltre le lavorazioni agricole “selvagge” che non tengono conto dei naturali compluvi, come ci fa notare il geologo dr. Sergio Messina, non permettono il naturale deflusso delle acque. Se prima, terminata la semina, si provvedeva a ripristinare i solchi, le linee di confine fra due terreni, ora questo non avviene, provocando l’accumulo di materiale all’interno delle cunette, le quali, a loro volta, necessitano di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. Pratica che merita di essere maggiormente attenzionata in un territorio qual è quello in questione in cui i terreni acclivi (scoscesi) richiederebbero una lavorazione orizzontale, anzichè in verticale, per quei motivi che abbiamo già detto.

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