Caltanissetta – Colpevoli. Così sono per la procura che ne ha chiesto la condanna. Proposte scattata a carico di cinque tra gli imputati per un sospetto giro milionario di truffe con auto taroccate. Indagine della polizia che nel marzo scorso ha dato vita a un’operazione che ha coinvolto, complessivamente, una dozzina d’indagati.
Ora per i cinque che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato, la procura nissena ha formulato le richieste di pena.
La più rigorosa è stata avanzata nei confronti del sessantaquattrenne Eugenio Amico con otto anni, un mese e dieci giorni di reclusione, oltre a 7.667 euro di multa. È stato indicato come tra le presunte “anime” del presunto sistema che avrebbe consentito ai coinvolti di fare affari illeciti d’oro con mezzi frutto di furti e procurati raggirando società finanziarie.
E, ancora, il cinquantenne Giovanni Alessandro Piazza con otto mesi e mille euro di multa, il cinquantaseienne Antonio Farruggia con tre anni, quattro mesi e venti giorni di carcere, il cinquantaduenne Luigi Matera con quattro anni, un mese e 5.067 euro di multa e la sessantenne Silvana Mangia con una proposta di un anno, un mese, dieci giorni di reclusione e 343 euro di multa.
Sono stati tirati in ballo per i reati, a vario titolo, di falsità materiale commessa dal privato in atti pubblici, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, truffa, ricettazione e riciclaggio.
E nel procedimento – assistiti dagli avvocati Davide Anzalone, Maria Giambra e Pietro Sorce – si sono costituite sei parti civili.
Gli imputati – assistiti dagli avvocati Rosario Di Proietto, Giuseppe Dacquì, Dino Milazzo, Mariangela Randazzo, Martina Vurruso e Ruggero Mancino) sono accusati di avere avuto un ruolo, passando per un distinguo quanto a presunte posizione, nel presunta maxi traffico di auto rubate, anche all’estero, o rese disponibili per la vendita a ignari acquirenti dopo avere pure raggirato società finanziarie.
Il volume d’affari è stato calcolato da polizia e magistrati nell’ordine di ben oltre il milione di euro. Durante le indagini sono stati individuati cinquantaquattro mezzi di provenienza illecita, poi rivenduti a compratori all’oscuro di tutto e che, peraltro, hanno pure subito il sequestro rimanendo con un pugno di mosche tra le mani.