Caltanissetta – L’accusa li vedrebbe come presunti estorsori. Su loro penderebbe l’ipotesi di avere minacciato un altro commerciante perché chiudesse bottega.
La sua attività, secondo la ricostruzione investigativa, avrebbe creato fastidio a uno dei tre che gestisce, non distante, analoga ditta nello stesso settore ortofrutta.
Queste le contestazioni al centro del dossier dei magistrati della direzione distrettuale nissena nei confronti di tre gelesi, il quarantanovenne Massimo Terlati, cinquantenne Marco Ferrigno e il quarantacinquenne Emanuele Cassarà. Proprio quest’ultimo, a sua volta, gestisce una ditta che avrebbe subito la concorrenza dell’esercente che sarebbe stato minacciato perché chiudesse definitivamente. Questa, almeno, è la tesi accusatoria.
I primi due, per conto dell’altro, avrebbero intimato al commerciante concorrente di porre fine alla sua attività lavorativa. E, sempre secondo gli inquirenti, avrebbero agito sotto l’ombra della mafia. L’avrebbero lasciata aleggiare al momento delle presunte minacce.
Situazione che la stessa vittima che avrebbe subito pressioni ha poi denunciato chiamando in causa coloro che lo avrebbero intimorito perché cedesse alle loro pressioni.