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Morì in cantiere, collega condannato a due anni e a risarcire ai familiari

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Caltanissetta – È per la morte in cantiere di un operaio che è scattata la condanna. L’ennesima morte bianca dopo essere rimasto schiacciato da un grosso tubo metallico.

Incidente fatale costato la vita dell’allora ventottenne Gianluca Caterini, poi deceduto all’ospedale «Mazzoni» di Ascoli Piceno, laddove i medici hanno tentato di tutto per strapparlo alla morte. Ma le ferite erano troppo gravi.

Ad uscirne, adesso , con l’affermazione di responsabilità è stato il coordinatore, a quel tempo, del cantiere teatro della disgrazia, Mario Barbaro , chiamato a rispondere di omicidio colposo. Secondo la tesi accusatoria sarebbero state effettuate manovre senza rispettare tutti i criteri per operare in sicurezza.

Per questa imputazione è stato condannato a due anni di carcere. In più dovrà pagare una provvisionale e risarcire i familiari della vittima, in particolare moglie e figlia  costituite in giudizio, secondo quanto stabilirà poi il giudice civile.

E per la stessa vicenda, il gruista che stava manovrando il mezzo al momento dell’incidente, ha poi scelto la via del patteggiamento della pena.

L’incidente risale  al 15 gennaio 2018 a Villa Sant’Antonio. Lì si stava realizzando un nuovo metanodotto. E l’operaio era stato ingaggiato attraverso una società interinale.

Quel giorno, durante una manovra in cantiere, è stato travolto da un pesantissimo tubo metallico e gli effetti, sul giovane operaio gelese, sono stati devastanti.

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