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Morte bianca in cantiere, uno va a giudizio e l’altro patteggia

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Caltanissetta – Uno va a giudizio, l’altro chiede e ottiene di patteggiare la pena. Così per un procedimento incentrato su un’ennesima morte bianca.

Quella che ha spezzato la vita dell’operaio gelese, Gianluca Caterini, ventisette anni al momento della tragedia che risale a tre anni e mezzo fa.

Il giovane operaio, che da poco era stato assunto da una ditta che opera in una zona dell’Ascolano, è stato colpito violentemente da un grosso tubo.

Era agganciato a una gru manovrata da un collega – lo stesso che ha scelto di chiudere subito il suo sospeso con la giustizia – e lo ha colpito con violenza durante una manovra.

Il giovane, le cui condizioni di salute sono subito sembrate disperate ai primi soccorritori, è stato poi trasferito in ospedale. Ma non c’è stato nulla da fare.

Così la tragedia del lavoro è finita subito al centro di un dossier aperto dalla procura marchigiana per l’ipotesi di omicidio colposo.

E sono stati due i nomi finiti al centro di un fascicolo aperto dalla procura. Il primo è quello del gruista che ha preferito non sottoporsi a dibattimento e ha patteggiato la pena a un anno e due mesi con il beneficio della sospensione.

Il responsabile di quel cantiere, invece, ha preferito proseguire seguendo la via del rito ordinario e sarà processato dal tribunale.

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