Gela – Piccolo, piccolissimo sconto di pena al boss. Così minima la riduzione, che la difesa è pronta a dare ancora battaglia in aula.
Così si è chiuso il quarto processo a carico del sessantenne capomafia gelese Salvatore Rinzivillo in uno dei tanti procedimenti a suo carico.
In questo caso è tirato in ballo per una vicenda estorsiva, nella Capitale, che sarebbe stata caratterizzata dai metodi mafiosi.
E se nel primo appello la Corte romana lo ha condannato a dieci anni e otto mesi di reclusione, adesso, la pena è scesa a dieci anni e due mesi. Non una riduzione sostanziale.
Così in questo appello “bis” dopo che Cassazione ha annullato, con rinvio, il precedente grado del giudizio. E nel nuovo passaggio in aula il ritocco al ribasso è stato assai minimo.
È inevitabile prevedere che, su ricorso della difesa, si celebrerà una quinta parentesi processuale incentrata su questa vicenda che galleggia tra forti pressioni e sospetti metodi mafiosi perché fossero saldati i crediti vantati da un imprenditore che, secondo la tesi accusatoria, sarebbe stato sotto l’ala del boss.