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Muore per una trasfusione di 32 anni prima, indennizzo da 800 mila euro a marito e figli

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Caltanissetta – Cinque anni dopo il suo decesso arriva un maxi risarcimento per i suoi familiari. Così, ha sentenziato il tribunale di Caltanissetta su un caso di malasanità che dopo tanti anni è costata la vita di una donna.

E adesso i giudici hanno deciso che lo Stato dovrà risarcire il marito e i suoi tre figli ai quali è stato riconosciuto il diritto a un indennizzo di 800 mila euro.

È nel lontano 1976 che la paziente è stata sottoposta a una trasfusione di sangue. Ma qualcosa, in quella circostanza, non è andata per il verso giusto. Anzi, proprio nulla.

Sì, perché parecchi anni dopo ha scoperto che proprio per quella trasfusione aveva contratto una infezione da epatite “C”. Che lentamente, ma inesorabilmente, l’ha trascinata nel baratro.

Sì, perché si è aggravata in cirrosa epatica. E nel 2008 è deceduta. Ma otto anni dopo i suoi familiari hanno dato mandato a un legale perché, in qualche modo, si potesse ottenere giustizia,

E l’avvocato Silvio Vignera ha intentato una causa civile nei confronti della Stato per via di quella trasfusione che poi s’è rivelata fatale.

E adesso il tribunale di Caltanissetta ha condannato il ministero della Salute al cospicuo risarcimento in favore dei familiari della vittima.

«Gli eredi non riavranno indietro la congiunta ma potranno ora eseguire la sentenza per la materiale riscossione del risarcimento», ha commentato il legale.

Lo stesso che ha osservato «come siano stati sanciti  importanti principi… innanzitutto che deve ritenersi sussistente la responsabilità colposa dell’amministrazione statale, anche per casi di epatite C», ha chiarito.

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