Home Cronaca Muri e strade imbrattate in via Leonardo da Vinci

Muri e strade imbrattate in via Leonardo da Vinci

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La street art non sempre è degna di essere definita tale e, a buon dirtitto, annoverata fra i virtuosi esempi di decoro urbano. Soprattutto quando di “artistico” appunto può vantare ben poco e nemmeno la concessione da parte del proprietario del bene immobile a procedere. E’ questo il caso verificatosi ieri mattina nella zona sud del paese, a Mussomeli, zona circumvallazione, dove i residenti sono stati ridestati da un insolito “Buongiorno” in rosso che campeggiava da una parte all’altra dell’abitato e che ha letteralmente imbrattato il fondo stradale e alcune zone rocciose del sito. L’episodio verosimilmante sarà avvenuto nottetempo, approfittando dell’assenza di occhi indiscreti. Fatto sta che dal “Suca”, opportunamente sdoganato da Ciccio Bozzi -bontà sua!- nell’appposita “Filosofia”, allo “sbirro” di popolare e imperitura memoria, passando per esortazioni dal contenuto dichiaratamente volgare o pressochè inoffensivo, le scritte sembravano avere il solo scopo di far parlare di sè. Prive anche di un filo logico o un contenuto che dir si voglia. Quasi sull’onda lunga degli eco vandali “urban chic” ma, a diffrenza di questi, privi pure di un messaggio politico in senso lato. Sedicenti anticonformisti inquieti -o annoiati!- di fine anno o più “semplicemente” incivili di strada non ci è dato sapere. Certo è invece che graffiti e affini eseguiti senza autorizzazione su un bene immobile altrui è imbrattamento e, come tale, è punibile penalmente. Poco importa se anche quei muri fossero già sporchi o degradati. Pertanto, mentre l’amministrazione locale, ha già provveduto a ripristinare lo status quo ante e sono in corso le indagini da parte dei carabinieri, lo stato dell’arte locale invece non lascia presagire nulla di buono. Così, mentre perfino nel non proprio osannato quartiere dello Sperone, le bombolette dell’artista argentino Francisco Bosoletti ci restituiscono il “negativo” della natività fra i santi Lorenzo e Francesco del pittore dell’Urbe più santo e dannato della storia dell’arte, trafugata dalla mafia nel 1969 dall’oratorio di S. Francesco, a ricordarci la nostra miseria che fu, nel piccolo, -e piccolo in tutti i sensi, reale e metaforico- comune dell’entroterra nisseno non rimane che cancellare le malefatte di un presunto gruppo di adolescenti in preda alla bravata del momento.

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