MUSSOMELI – Nella notte di martedì, nella via Santa Maria Annunziata che rappresenta l’arteria principale del quartiere di Sant’ Enrico, crolla la strada e si apre una voragine abbastanza importante che fortunatamente non ha procurato danni alle persone. L’amministrazione comunale e gli uffici a ciò preposti si sono attivati per ripristinare la strada che al momento è stata transennata e chiusa al traffico. Gli abitanti del quartiere sperano che la strada sia riparata al più presto e lamentano del fatto che la pioggia copiosa si infiltra nell’asfalto e dove si trova una piccola crepa non puoi sapere il danno che può fare, per questo si creano le voragini. Effettivamente, la pioggia si infiltra nelle crepe dell’asfalto e quando l’acqua accumulata va in pressione per effetto del passaggio veicolare comincia a spingere contro le pareti delle fessure sgretolandole e contemporaneamente dilava il materiale non legato dello stato sottostante. Questo movimento ripetuto crea la buca. Tutto dipende non solo da come le strade vengono asfaltate, ma da cosa c’è sotto il primo strato superficiale. Come per le case, la tenuta del manto dipende dalle fondamenta. Una strada va realizzata in relazione al traffico previsto e alla resistenza strutturale del sottofondo. Se sotto il manto non c’è una solida fondazione le buche ricompariranno nel giro di poco tempo. Per evitare la comparsa di buche e fessure andrebbe fatta una manutenzione costante e pianificata su un lungo periodo. Purtroppo in Italia manca una cultura della manutenzione che risolverebbe molti problemi e soprattutto farebbe risparmiare sul lungo periodo molti soldi. Invece nelle nostre città i lavori non vengono fatti o vengono fatti male. Si interviene solo in situazioni di emergenza, quando ormai è troppo tardi. Certo le amministrazioni comunali fanno quel che possono, con i pochi fondi a disposizione, dovrebbe essere una legge su base nazionale o regionale a dare più importanza al sistema manutenzione strade. Comunque sia, per quanto riguarda la nostra piccola realtà, “tutto è bene quel che finisce bene”.