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Mussomeli, sangue e bullismo: episodi al centro della relazione del presidente della Corte d’Appello

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Mussomeli – C’è il dramma del duplice omicidio suicido e poi una storia di sopraffazione tra giovani tra le pieghe dell’annuale relazione sull’attività svolta nel distretto di corte d’Appello di Caltanissetta dal primo luglio 2019 al 30 giugno 2020.

Fatti che si sono registrati a Mussomeli e sui quali è stato anche dedicato un passaggio dal presidente della corte d’Appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi.

«Una delle iscrizioni a carico di ignoti per omicidio volontario consumato – è un passaggio della relazione – riguarda un duplice femminicidio avvenuto a Mussomeli il 30 gennaio 2020. L’autore del reato si è suicidato. Il fascicolo è stato dunque trasferito e ne è stata chiesta l’archiviazione per morte del reo».

Il riferimento è alla tragedia costata le vitaa  Rosalia Mifsud, di 48 anni e la figlia Monica Diliberto, 27 anni. Cadute sotto i colpi di pistola dal ventisettenne Miche Noto che poi, con la stessa arma, si è tolto la vita.

Altro passaggio della relazione è stato dedicato «a vicende si iscrivono in un contesto di abituale sopraffazione perpetrata all’interno di un gruppo di ragazzi di Mussomeli, alcuni maggiorenni e altri minorenni, da Alex Giuseppe Messina, odierno indagato per i reati di stalking, sequestro di persona, porto di armi e strumenti atti ad offendere, lesioni personali aggravate ed altro. Concorrente in alcuni dei reati contestati è risultato Giorgio Coffaro, esecutore, delle direttive del Messina. I Carabinieri di Mussomeli – si legge nella relazione – hanno acquisito le denunce delle persone offese che, a vario titolo, sono state vittime dei reati per cui si procede, sì da prospettare un quadro socialmente allarmante. Si tratta di soggetti che, nel corso del tempo, sono stati vicini ad Alex Giuseppe Messina ma che, al minimo screzio, sono stati  “puniti” dallo stesso con violente aggressioni fisiche, sequestri di  persona, violenze private, atti persecutori e, più in generale, con reiterati comportamenti minacciosi, intimidatori, volti ad affermare  il suo ruolo di “capo branco” e la sua caratura criminale nel  contesto sociale di riferimento. Le risultanze dell’attività investigativa espletata sono state poste a fondamento dell’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere nei loro confronti. Nei confronti del Coffaro, all’epoca domiciliato in Germania, è stato emesso e ottenuto un mandato di arresto europeo», è il riferimento a uno dei fatti di cronaca che nell’ultimo anno hanno interessato Mussomeli

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