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Mussomeli, scuole aperte ma deserte. Braccio di ferro tra Asp, sindaco e genitori

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Mussomeli – Hanno disertato in massa e stamane tra le aule deserte del I e II Istituto regnava silenzio e solitudine. Mussomeli è zona rossa e, oggi, anche zona fantasma tra le scuole. Il sindaco aveva chiesto la sospensione della didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado  per limitare i contagi, l’Asp di Caltanissetta non ha ravvisato la sussistenza delle condizioni per chiedere una deroga alla  Regione per dichiarare lo stop, chiusura che, come detto, è avvenuta poichè oggi non si è presentato nessuno a scuola. Intanto insorgono i genitori, una rappresentante spiega: “Abbiamo paura, i contagi aumentano, abbiamo chiuso anche le chiese e le scuole rimangono aperte? Non ha senso. Il nostro non è un atto di accusa o sfiducia verso la governance della scuola a cui va il plauso di avere  garantito finora la sicurezza. A scuola non è scoppiato nessun focolaio. Ora però con la variante inglese, con l’impennata dei contagi, rimanere aperti  sarebbe contro ogni logica di buonsenso ed esporrebbe alunni, docenti e personale che lavora a scuola a un ingiustificato rischio, rischio che avrebbe ripercussioni su tutta la comunità. Anche il sindaco che ha il polso della situazione, non avrebbe chiesto e richiesto, a cuor leggero la sospensione della didattica in presenza.Dopo un anno di pandemia, riteniamo che una settimana di DAD non  cambi nè le sorti e neppure  il rendimento scolastico dei nostri figli. Chiediamo una revisione dei dati, le classi in quarantena aumentano, così come i positivi tra  gli studenti e il personale che lavora a scuola Settimana che, però ci consentirebbe di avere una situazione più chiara sul reale andamento della curva dei contagi che, come sappiamo, non è possibile tracciare in tempo reale. Non ci sentiamo sicuri, se non saremo ascoltati continueremo con lo sciopero ad oltranza e scriveremo a Musumeci”.  Una posizione che il sindaco porta avanti da giorni in un aspro braccio di ferro con l’ASP. Proprio l’azienda sanitaria provinciale  oggi non ha  accolto la richiesta del primo cittadino  di sospensione motivando che “non sussistono le condizione per richiedere alla Regione un provvedimento di inibizione della didattica in presenza”.

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