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Nicola Ricotta,il mussomelese che restaura le opere di Raffaello

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MUSSOMELI – Non è da tutti e non capita ogni giorno toccare le opere di Raffaello. lui l’ha fatto. Nicola Ricotta è un mussomelese che si sta facendo strada come restauratore di Beni Culturali prendendosi cura di opere frutto dell’ingegno dell’arte italiana. Nasce a Mussomeli il 21 giugno del 1993 e consegue, presso l’Opificio delle Pietre Dure a Firenze il Diploma di durata quinquennale, equiparato alla Laurea Magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, con la votazione 110/110 e lode con dignità di pubblicazione. Titolo della tesi: “Il restauro del reliquario di santa Vittoria dal Museo Diocesano di Agrigento. Studio e applicazione della pulitura elettrolitica delle superfici in argento e argento dorato”. Si concede al nostro giornale con un’intervista che ne rivelano l’anima di un giovane innamorato della sua professione ma attaccato a Mussomeli e alle sue origini. “Quando da piccolo mi chiedevano cosa vuoi fare da grande? Io rispondevo: l’artista. In realtà, non sapevo nemmeno che tipo di artista avrei voluto essere e che cosa volesse realmente dire esserlo. Era una risposta che non comprendevo ma che, tuttavia, davo come categorica! Sono nato a Mussomeli il 21 giugno del 1993 dopo i ripetuti solleciti della mia sorellona Rosaria (che all’età di cinque anni necessitava di un bambino da accudire) a mamma Maria e a papà Mario. La scelta del mio nome (Nicola) era scontata, tuttavia, non era lo stesso per il secondo nome. La notte in cui nacqui, il nonno paterno Nicolò, sognò la moglie Rosaria (ormai defunta) la quale gli diceva che il mio nome completo avrebbe dovuto essere Nicola D’ Angelo Ricotta, per motivi che ancora oggi devo scoprire. Mussomeli è stato il terreno fertile per la mia crescita, non solo fisica ma anche culturale. Ho passato l’infanzia a giocare, cantare, recitare, ridere e realizzare ogni genere di cosa mi passasse per la mente, rigorosamente tra le strade del mio quartiere, per la felicità di mamma Maria che doveva lottare per farmi rientrare in casa. Fino in terza media, a scuola, non ero il primo della classe, preferivo concentrare le mie energie in altre attività, come musical e grest estivi presso la mia Parrocchia, la Madrice, e l’associazione culturale We Love Show che hanno meravigliosamente segnato un gran bel pezzo della mia vita. Tutto cambiò in seguito a un “non sufficiente” che ricevetti, nientedimeno che, in storia dell’arte. Questo fu lo schiaffo morale che segnò tutte le mie scelte successive! A quattordici anni decisi di frequentare il Liceo Artistico “F. Juvara” di San Cataldo e fu in questo contesto che maturai la mia concezione di arte e la posizione che avrei voluto occupare in relazione ad essa. I miei professori mi fecero scoprire l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, uno degli Istituti Centrali del MIBACT, dal quale passano i più grandi capolavori della storia dell’arte per essere restaurati. Da quel momento, impegnai anima e corpo affinché potessi essere uno dei quattro allievi, a livello internazionale, selezionati dalla Scuola di Alta Formazione e di Studio (SAFS) dello stesso istituto. Il 20 settembre del 2013 il mio sogno si realizzava e dal primo ottobre dello stesso anno cominciò per me una delle più grandi sfide della mia vita!  Camminare tra i più grandi capolavori, solo per citarne alcuni, di Andrea Pisano, Ghiberti, Leonardo, Donatello, rappresentava un motivo di orgoglio ma, allo stesso tempo, di immensa responsabilità e preoccupazione. Il 20 novembre del 2018, con l’appoggio della mia famiglia che mi ha supportato ed incoraggiato in questa avventura formativa, ho brillantemente concluso questo percorso di studi, realizzando una tesi sperimentale sul reliquario a busto di Santa Vittoria dal Museo Diocesano di Agrigento che ha riguardato la pulitura elettrochimica delle superfici metalliche”. Dopo la laurea inizia il percorso professionale del nostro concittadino, ricco di alti e bassi che a suo dire hanno contribuito ad arricchirlo di esperienza ed a stimolarlo. Partecipa a diversi bandi di concorso per dottorati di ricerca, internship e fellowship presso altri istituti di eccellenza tra cui i Musei Vaticani, il Getty di Los Angeles e il Met di New York ma senza ottenere buoni risultati. “Nonostante ciò, il tempo trascorso fino ad ora, è stato ricco di esperienze e altamente formativo. Ho avuto e ho la possibilità di collaborare con la ditta di restauro MIMARC S.R.L. ormai affermata in tutta Italia, con l’Haute Ecole Arc Conservation-restauratione di Neuchatel e con la National Gallery di Londra. Sono stato selezionato, tra i più giovani professionisti, a presentare la mia tesi di laurea a uno dei congressi più importanti a livello internazionale sul restauro dei metalli (METAL2019) tenutosi in Svizzera e ho avuto l’onore, ancora una volta, di restaurare opere del calibro di Andrea della Robbia e Raffaello”. Il prossimo giugno il Dott. Ricotta, ci confida, proverà a vincere un dottorato di ricerca e da qui continuare a perseguire i suoi sogni. “Mi piacerebbe conseguire una seconda laurea in diagnostica dei beni culturali, compiere esperienze lavorative presso gli istituti americani già citati e, come ultimo obiettivo, diventare responsabile del Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani. Oggi la mia risposta alla domanda su cosa voglia fare da grande è diversa da quella schietta che davo da bambino. Non voglio diventare un artista ma voglio curare e conservare con coscienza e conoscenza quanto di geniale hanno concepito i grandi artisti prima di me!”

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