Caltanissetta – «No a docenti di sostegno a scelta, piuttosto il governo stabilizzi i precari». La levata di scudi è della Flc Cgil Sicilia per voce di Adriano Rizza e Fabio Cirino, rispettivamente segretario generale e segretario regionale, nel rimarcare di essere «contrari al provvedimento varato dal governo che dà la possibilità di confermare i docenti di sostegno precari su richiesta delle famiglie e previo parere del dirigente, a rischio la legittimità delle procedure di assegnazione delle supplenze».
E, affondando i colpi, hanno evidenziato come si tratti, a loro giudizio, di «un provvedimento incostituzionale, demagogico e inadeguato che si potrà applicare anche ai docenti privi di specializzazione dove in un contesto come quello siciliano, praticamente il cinquanta per cento dei posti di sostegno, esattamente 13.923 su 27.877, sono in deroga, ovvero assegnati con supplenze a tempo determinato, sarebbe violata la trasparenza ed il meccanismo delle graduatorie esistenti, ridurrebbe il profilo dell’insegnante alle dipendenze della “volontà ” dell’utente che potrebbe scegliere il docente oggi di sostegno e domani, chissà, il docente di italiano o di matematica».
E v’è dell’altro. Sì, perché secondo Rizza e Cirino «il provvedimento legislativo, tra l’altro non considera i docenti di ruolo che ogni anno vengono assegnati attraverso le procedure di utilizzazione e assegnazione provvisoria…. per loro continuerebbero a valere le vigenti regole contrattuali e quindi le graduatorie determinate dalle procedure di mobilità annuale».
Osservazione, quella die vertici sindacali, che parte dall’analisi secondo cui «la continuità didattica si garantisce attraverso la stabilizzazione di tutto il contingente dei posti in deroga, che in Sicilia supera quello dei posti a tempo indeterminato… è questa la vergogna da sanare, bisogna garantire la stabilità dei docenti precari che ogni anno ricoprono posti in deroga che andrebbero trasformati in posti stabili a tempo indeterminato ed è solo in questo modo che si garantisce la continuità didattica agli studenti con disabilità che invece ogni anno sono costretti a cambiare docente di sostegno».
Affondando i colpi hanno esortato a «investire sull’istruzione, garantendo organici stabili, figure di supporto come i mediatori culturali, gli assistenti alla comunicazione e tutto quello di cui ha bisogno un’istruzione di qualità, piuttosto che investa sull’istruzione, garantendo organici stabili, figure di supporto come i mediatori culturali, gli assistenti alla comunicazione e tutto quello di cui ha bisogno un’istruzione di qualità ed emanare provvedimenti anacronistici e fuori dalla realtà, come il tetto agli alunni stranieri, classi a maggioranza di italiani, chiamate dirette di docenti da confermare “alla carta”…».
I vertici dello stesso sindacato hanno sottolineato con fermezza di esser pronti a opporsi a questi provvedimenti iniqui e divisivi anche con la mobilitazione, se necessario, senza escludere il ricorso alle vie legali qualora il provvedimento non venga radicalmente modificato nell’iter parlamentare di approvazione».