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“Noi donne possiamo essere tutto… belle e brave”. Intervista alla chirurga Laura Lator

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Mussomeli – Martedì 18 aprile, nel Palazzo del Comune, abbiamo incontrato Laura Lator, chirurgo e primo medico argentino ad aver preso servizio all’ospedale di Mussomeli.

Arriva, nella sua calda maglia color del sole, all’ultimo piano del palazzo -in dissesto non più economico ma per via dei lavori di ristrutturazione- in compagnia di Erica Moscatello -argentina anche lei ma mussomelese di adozone ormai- che ci apre le porte delle stanze del Comune. Avvezza com’è da qualche anno a questa parte a frequentarle… quelle stanze. A Mussomeli dall’agosto del 2021, dopo una pausa di venti anni in Spagna, per operare una politica di rilancio in collaborazione con i clienti dello studio che gestisce con il marito.

Una stretta e proficua collaborazione, quella col Comune di Mussomeli, che adesso sembrerebbe aver prodotto il primo concreto risultato sul campo. La messa in ruolo del primo medico argentino. Un progetto ambizioso e non poco ostacolato. Ma al contempo anche molto emulato.

Ha radici francesi il medico dai capelli ramati e il suo saluto è un caloroso e caldo abbraccio. Niente indugi e un sorriso che la dice lunga sul passato e le aspettative di futuro che agitano i volenterosi d’oltreoceano. In questo remoto sud del Sud.

Venerdì 14, il primo giorno di servizio presso il reparto di Chirurgia dell’Immacolata Longo di Mussomeli. Com’è arrivata in ospedale?

Da sola ma con tanta felicità dentro. I colleghi mi hanno accolto festosamente e subito mi sono messa al lavoro. Venerdì pomeriggio da sola, molto tranquilla. Lunedì mattina, invece, insieme alla collega, Daniela Lo Brutto, abbiamo fatto ambulatorio in reparto. Ho visitato cinque pazienti e fatto il giro degli altri reparti.

Qual è stata la prima impressione dell’ospedale?

Me ne sono innamorata subito. Bello, pulito e tranquillo. Ho apprezzato la gentilezza di tutti gli operatori, medici e paramedici. “Caffè” è la parola che ho sentito più spesso. Posso dire “una bella sorpresa”.

Che cosa l’ha spinta a pensare di poter mettere radici in un remoto paesino dell’entroterra siciliano?

Quando ho saputo dell’importante progetto che Eica sta portando avanti col sindaco, ho pensato all’opportunità di una crescita personale. “Quella città ha bisogno di me” -mi sono detta- “quindi vai!”.

E’ felice quindi di poter dare un contributo al risollevamento del nostro ospedale?

Ma certo. Piano piano, questo sarà il migliore ospedale di tutta l’Italia. (sorride ma ha l’aria di chi ci crede davvero ndr).

Spostata con due figli, Luciano tre anni e mezzo, Agostino due. Con la famiglia come l’ha messa?

Benissimo. I miei figli e mio marito Javier sono italiani. Quindi non poteva andargli meglio. I miei figli hanno iniziato a frequentare la scuola già dal primo giorno in cui ci siamo trasferiti. Il 4 febbraio stesso. Mio marito ha trovato lavoro come insegnante di padel. Ci siamo ambientati tutti subito. Nella scuola dei miei figli ci sono altri sei bambini italo-argentini. Anche qui il lavoro della mia concittadina Erica è stato encomiabile. Ha fatto in modo che fossero tutti insieme, anche per socializzare meglio. Al momento a Mussomeli gravita qualcosa come sessanta persone solo per i medici.

Lei è medico chirurgo, la sua formazione professionale?

Sono specializzata in Chirurgia e Gastroentereologia, con esperienza in laparoscopia. Ho lavorato per uno dei più grandi ospedali argentini in cui si facevano moltissimi interventi ogni giorno. Nella città di Rosario che conta circa 1 milione e 800 mila abitanti.

Andrà in sala operatoria?

No vedo l’ora!

E con la lingua?

Sto imparando. Ma finora nessun problema

Conosce i colleghi connazionali che, a breve, la affiancheranno in questa mission?

Sì, tutti. Molti di loro sono noti anche nell’ambito della cronaca internazionale perchè hanno ricoperto incarichi di prestigio nell’ambito di società famose e personaggi importanti.

Cosa ne pensa di questo progetto di collaborazione fra il Comune di Mussomeli e l’Università di Rosario?

“Napoleonico”, come dice Erica. Che ha fatto tantissimo per far conoscere Mussomeli in Argentina. Basti pensare che, in Argentina, nella classifica delle preferenze, prima del Presidente ci sono il sindaco Catania, Erica Moscatello e Mussomeli. Un bel risultato direi! No?

(ed è questo il momento in cui -sommessamente- Catania, che ha appena varcato la soglia della stanza accanto, quasi evocato dalle parole della Lator, aggiunge: “Abbiamo sempre fatto e continueremo a fare scuola” ndr)

Come vive il suo essere donna e medico?

Meravigliosamente bene. Noi donne possiamo essere tutto… belle e brave!

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