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Non erano taglieggiatori sotto l’ala della mafia, anche in appello non reggono le accuse

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Caltanissetta – È per presunte richieste di pizzo sotto l’ala degli Emmanuello che sono stati prima arrestati e poi processati. Ma nei due processi che ne sono seguiti, ne sono usciti indenni. Per ultimo in appello.

Ancora una volta non hanno retto le accuse di tentata estorsione in concorso mosse nei confronti del cinquantasettenne Diego Nastasi e del cinquantacinquenne Maurizio Trubia, tutti e due gelesi, assolti pure dalla corte d’Appello di Caltanissetta, così com’era già avvenuto con formula piena in primo grado nonostante l’accusa avesse chiesto la condanna a cinque anni per il primo ed a sette anni e mezzo per il secondo. Tant’è che poi la stessa procura ha impugnato quel primo pronunciamento del Collegio giudicante.

Secondo l’originario impianto accusatorio, che però non ha trovato la condivisione dei giudici, i due avrebbero preteso soldi da piccoli imprenditori che operano nel settore del recupero di plastica da serre dismesse. La denuncia di un presunto destinatario di richieste di taglieggiamento ha messo poi in moto la macchina investigativa.

E per questa vicenda sette anni addietro sono stati arrestati dalla squadra mobile su ordinanza di custodia cautelare a firma del gip del tribunale di Caltanissetta. Nel ricondurre a ognuno dei due un ipotetico ruolo, gli inquirenti hanno ritenuto che Trubia fosse la “regia” e Nastasi il braccio operativo.

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