Caltanissetta – La loro storia, in apparenza, sembrava sfociare in qualche modo nella piaga del lavoro nero. Loro presunte reticenze avrebbero indotto gli inquirenti a ritenerlo.
Tant’è che per loro, alla fine, è scattato pure un procedimento da quale, in primo grado, ne sono pure usciti con l’affermazione di responsabilità e una pena, sul groppone, di un anno ciascuno.
Ma adesso, nel secondo passaggio in aula, il verdetto è stato ribaltato. Ora, in appello, ne sono usciti totalmente indenni.
Così per due braccianti gelesi che, secondo una prima tesi accusatoria, erano stati accusati di avere riferito il falso ad alcuni funzionari.
In particolare a ispettori del lavoro che hanno controllato un’azienda agricola nelle campagne del gelese, proprio in tema di regolarità del rapporto di dipendenza.
Gli operai, secondo l’iniziale tesi accusatoria, avrebbero tentato di coprire in qualche modo i loro datori di lavoro
E per loro, sull’onda di quella ispezione in azienda, è poi scattata l’ipotesi di false dichiarazioni rese a quei funzionari.
Ora, nel nuovo processo, è arrivato il colpo di spugna alle precedenti condanne. E tutti e due sono stati assolti dalle imputazioni.