Mussomeli – “Scrivete, scrivete” ci esortavano ieri, i comuni cittadini passando davanti la postazione fissa del giornale “devota” piuttosto alla diretta di un lungo momento di fede popolare in quell’occasione. Così per non scontentare nessuno- stiamo “scrivendo”… come sempre oltretutto. Quindi, in sintesi, l’incontro tenutosi giovedì 4 aprile, presso i locali della Direzione Generale dell’ASP di Caltanissetta, fra il commissario straordinario dell’ASP di Caltanissetta, ing. Alessandro Caltagirone, il direttore sanitario, dott. Luciano Fiorella e i sindaci dei due comuni interessati -ovverosia Mussomeli e Niscemi- on. Giuseppe Catania e avv. Massimiliano Conti ha prodotto sostanzialmente -dati alla mano- due risultati. Il primo , la rassicurazione da parte del sindaco di Mussomeli che, a chiare lettere, ha confermato che “l’ospedale non si chiude”. Certamente non dopo la causa del medico argentino che -con grande dispendio di forze- comincia a produrre i primi risultati. Ossia il colloquio previsto e confermato per il prossimo 11 aprile. Il secondo risultato, invece, è un comunicato del commissario Caltagirone che, a consuntivo dell’incontro, ribalta i termini della vexata quaestio definendo le visite ispettive ai nosocomi di Mussomeli e Caltanissetta “solo delle opportunità di miglioramento”. E comunque, in attesa di ricevere il documento ufficiale circa le prescrizioni sulle limitazioni d’uso dei due blocchi operatori e al fine di “garantire ulteriormente l’utenza”, ha annunciato un “sopralluogo straordinario nei due presidi, onde potere “individuare ulteriori aree idonee a garantire la continuità dei servizi ambulatoriali”. Per la serie… “con una mano ti dò ma con l’altra…”. “Nessun depotenziamento” certo. Intanto il sopralluogo si è fatto ma l’attività operatoria è ferma e questo comporta due rischi, entrambi gravi: le liste d’attesa -non lunghe ma infinite- della “povera gente costretta ad elemosinare “favori” in cambio di un diritto -che è quello alla salute- e la paventata -eppur realistica- ipotesi, peraltro temuta anche tra i corridoi del “Longo”, che i validissimi chirurghi ortopedici -che la fama se la sono guadagnata e sudata sul campo -praticamente Miccichè e Mantio- piuttosto che starsene “seduti” dietro a una scrivania a “sbrogliare carte” che forse non avranno mai un epilogo felice -almeno non in questa sede- ricevano un bell’ordine di andare a prestare servizio a Caltanissetta. Praticamente il punto di “non ritorno”. Cosa questa che potrebbe realmente verificarsi nella misura in cui la stasi dell’attività operatoria a Mussomeli dovesse prolungarsi oltre i limiti tollerabili. Tutto ciò sempre per garantire quella tanto abusata “utenza” divenuta l’alibi di tante contorte e controverse questioni. Aspettiamo martedì o mercoledì della prossima settimana per tirare ulteriormente le fila della storia. Intanto il sopralluogo ieri s’è fatto, con i santi crismi del folklore tipico delle drammatizzazioni politiche, il direttore generale ha rassicurato sul fatto che al momento non ha firmato alcun ordine di servizio -l’unico titolato a farlo- e che è sua intenzione non mobilitare personale da Mussomeli verso Caltanissetta. Ma tutto viene rimesso al verdetto dello Spresal che si attende -come abbiamo già detto- fra martedì e mercoledì prossimi- e che darà il risultato dell’ispezione dei NAS. Intanto -dati alla mano- da marzo 2022, al di là di ogni ragionevole aspettativa e a dispetto di chi pensava che sarebbe andata diversamente, l’attività operatoria del reparto ha prodotto un incremento di circa il 40%. Nonostante le sedute operatorie dimezzate. Ora, il bando scade 14 aprile. Non rimane che confidare nella buona sorte se non nella buona volontà… almeno per una volta. Che questo venerdì non sia davvero la passione dell’ospedale di Mussomeli e della comunità tutta che tanti paradossi ha visto durante la via crucis di questo lungo ed estenuante calvario.