Palermo – Tre imprenditori nel settore della moda sono stati arrestati perché accusati a vario titolo di violenza sessuale nei confronti di minorenni e induzione alla prostituzione minorile. Le indagini della squadra mobile di Palermo avrebbero accertato un episodio di violenza sessuale e avrebbero fatto emergere un fiorente giro di prostituzione, che ha coinvolto le modelle iscritte alle agenzie di cui gli odierni indagati sono i titolari.
Due imprenditori in carcere, un terzo uomo ai domiciliari – Il gip ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due imprenditori del settore moda: si tratta di Francesco Pampa, 41 anni, accusato di violenza sessuale su una minorenne, di prostituzione minorile, di induzione e favoreggiamento della prostituzione di maggiorenne; e di Massimiliano Vicari, 43 anni, accusato di prostituzione minorile e induzione e favoreggiamento della prostituzione. Arresti domiciliari invece contro una terza persona, G.F., 35 anni, indagato per prostituzione minorile, per aver intrattenuto rapporti sessuali con una ragazza non ancora 18enne in cambio di denaro.
Agenzie di moda in pieno centro a Palermo – Pampa e Vicari hanno gestito le loro agenzie condividendo gli spazi dello stesso studio in pieno centro cittadino. Il primo è un agente di moda, il secondo è titolare di un’agenzia che presta servizi di promozione e supporto sul web ad altre imprese. Insieme i due imprenditori hanno creato una struttura per la promozione di giovani modelle del territorio, provenienti anche da altre province siciliane, che hanno fatto partecipare a eventi di respiro nazionale e internazionale che si sono tenuti anche a Milano e Parigi, capitali europee della moda.
Tra regalie e abusi – Le due agenzie coinvolte sono la Vanity models management e la Max services agency. Le promesse mantenute di vincere le gare di bellezza locali e le regalie erano parte del sistema creato dall’indagato, finalizzato esclusivamente a irretire le ragazze per poter in un secondo momento abusarne sessualmente e cedere ad amici, come il terzo indagato, e ai clienti conosciuti durante gli eventi legati alla moda, che pagavano centinaia di euro per avere rapporti sessuali con le ragazze.