Home Cronaca Paura Coronavirus: locali deserti, vola l’asporto. Si teme l’annullamento delle feste pasquali

Paura Coronavirus: locali deserti, vola l’asporto. Si teme l’annullamento delle feste pasquali

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La sala deserta del ristorante pizzeria “Al Castello”

Mussomeli –  “Un crollo senza precedenti, la sala è deserta. Stiamo lavorando solo con l’asporto“. Le parole della famiglia Spoto, proprietari e gestori dello storico locale “Al Castello” sono un condensato di come questo virus stia intasando le terapie intensive e svuotando pizzerie, pub, bar e  punti di ristoro. Così è un sabato surreale a Mussomeli, con tavoli e sedie vuote, le persone stanno rintanate a casa, disertano anche il sacro rito dell’uscita di fine settimana.  “Abbiamo annullato tanti eventi – proseguono i ristoratori Spoto – i danni nel nostro settore sono ingenti“. Dello stesso avviso l’imprenditore Gaetano Nola, proprietario del noto agriturismo Monticelli,  che rivela:  “Aspettavo una comitiva di duecento persone, hanno cancellato la prenotazione per i fatti che tutti conosciamo, alberghi e ristoranti sono le categorie che hanno subito e subiranno maggiori perdite“. Per fortuna, come detto,  il cibo d’asporto ha, in parte, compensato la clausura virale e generalizzata, in tantissimi  hanno optato per questa soluzione, così sono impazziti i telefoni che raccolgono le comande del “take away”. Saltata la festa della donna, i proprietari di strutture ricettive e gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande aperti al pubblico guardano con preoccupazione all’evolversi della situazione con particolare riguardo alle prossime ricorrenze. A cominciare dalle festività pasquali, ma anche 25 aprile e primo maggio. Sono, infatti,  giorni cruciali per diverse tipologie di attività:  hotel, b&b, pasticcerie, ristoranti, bar, pizzerie, locali da ballo ma anche macellerie, supermercati,  allevatori, panifici, etc. Se dovessero continuare le misure anti contagio che inevitabilmente finiranno per vietare, bloccare  e limitare i consumi, “stare a casa”, parola d’ordine di questi giorni,  sarà incompatibile con “lo stare insieme” asse portante dei giorni di festa e svago. Tutto finirà per infierire sulle attività delle nostre zone che, anche in assenza di epidemie, devono fronteggiare innumerevoli svantaggi legati alla viabilità, alla pressione fiscale, alle carenze di strutture e persone.

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