Home Cronaca Pensionamento per l’architetto Cris Nucera, la Bellezza che salva e cura 

Pensionamento per l’architetto Cris Nucera, la Bellezza che salva e cura 

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Mussomeli – Quando si dice “chiudere in bellezza”. Del resto non poteva essere altrimenti per chi con la bellezza ci ha lavorato fianco a fianco per ben trentarè anni. Smontandola e rimontandola, coi ferri del mestiere, come solo un operatore del settore sa e può fare. L’architetto Giovanni Crisostomo Nucera, Cris per amici e conoscenti, si è congedato nella cornice più bella della “più bella città dei mortali”, come il poeta Pindaro ebbe a definire, illo tempore, l’antica Akràgas. A Villa Genuardi, già dimora di campagna del barone Ignazio, e oggi sede della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Agrigento, si è tenuto il banchetto della festa, fra i mandorli fioriti, preludio dell’imminente sagra, nel mese di Martius, dio del raccolto primaverile e della fertilità. Laddove il raccolto è anche quello di una vita di lavoro svolto con passione, dedizione e competenza. Che in qualche caso, come questo, paga con l’affetto e la riconoscenza dei compagni di viaggio, da quelli più recenti a quelli di sempre. A partire dalle sue donne che in fatto di bellezza di certo non sono seconde a nessuno, Cettina, la moglie e la figlia Noemi.
Si è congedato da dirigente responsabile della Sezione per i Beni Architettonici Storico-Artistici, Paesaggistici e Demoetnoantropologici della Soprintendenza di Agrigento, dopo avere militato per ben trentatrè anni all’interno del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Identità Siciliana, dapprima a Caltanissetta, poi ad Agrigento. “Un’esperienza fondamentale avere scoperto un patrimonio di saperi che mi ha permesso di arricchirmi e di mettermi costantemente alla prova”, riferisce, ancora emozionato, l’architetto Nucera, all’indomani dell’avvenuto pensionamento, consapevole del fatto che chi ha fatto cultura non va mai in pensione

E, se da un lato vale l’antico detto “nemo” profeta in patria”, per converso vale anche la considerazione, tutta empirica, che farsi amare in un contesto diverso dal proprio non è poi così scontato. Perdipiù quando, come oggi, persiste, ancora quell’antico e infondato pregiudizio, sui “paesani”. Eppure, Cris che all’anagrafe fa Crisostomo, e che etimologicamente sta per “bocca d’oro”, ha saputo ingraziarsi tutti, colleghi, dipendenti e “soprintendenti” non solo con le parole ma anche e soprattutto col suo fare amorevole ed elegante. Tant’è che, nell’arco della sua autorevole carriera, è stato designato presidente del CDA del Parco Archeologico della Valle dei Templi. Un ruolo molto prestigioso e di responsabilità che, oltre ad avergli dato la possibilità di presenziare alle prestigiose kermesse akragantine, ha prodotto anche importanti risultati sul piano del fatto, come ad esempio l’importante mostra “La Bottega di Leonardo-La Vergine delle Rocce” che ha dato alla città il privilegio di ospitare la versione “Cheramy” del celeberrimo dipinto ad opera della scuola di Leonardo. Mostra tenutasi a Villa Aurea, fra le meraviglie doriche della Valle, inaugurata alla presenza del sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi.

Tante e tutte di altissimo livello le iniziative portate avanti nell’arco della sua carriera, anche in ambito strettamente culturale, dalla mostra “Pasqua in Sicilia” del maestro Melo Minnella, in collaborazione con la Fondazione “Ignazio Buttitta”, curata come direttore del Museo Archeologico di Caltanissetta, nel 2015, a quella permanente “Abitare, pregare e morire nell’antichità”, organizzata presso il Museo Regionale Interdisciplinare di Caltanissetta, realizzata col patrocinio dell’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e con la collaborazione della già soprintendente Rosalba Panvini, per citarne solo due fra quelle più rappresentative. In campo più strettamente architettonico, ha passato al setaccio un’intera provincia, quella nissena, dai lavori di consolidamento del costone e del lato Sud-Est del castello di Mussomeli, realizzati nel 2010, in qualità di progettista, compresi i lavori di restauro della cappella della Madonna della Catena, alle varie chiese di Mussomeli, S. Maria di Trapani, S. Giovanni Battista, Chiesa Madre, S. Margherita, oratorio della Chiesa Madre di S. Cataldo, passando per Gela e Niscemi. Notevole e degna di menzione la vicenda che lo ha visto protagonista della diatriba a proposito del cosiddetto “Spasimo di Sicilia” da alcuni indicato come opera autografa del maestro Raffaello Sanzio. Ebbene, a tal proposito, l’intervento dell’architetto Nucera è stato decisivo per ristabilire le giuste coordinate della tavola oggi conservata presso il Museo Diocesano di Caltanissetta e proveniente dal Monastero di Santa Croce. Le indagini multispettrali eseguite sul dipinto tra il 2006 e il 2009, congiuntamente all’analisi dei pigmenti, sono state decisive circa l’attribuzione dell’opera, catalogata, alla fine della fiera, come una copia autorevole della scuola, successiva, del Polidoro da Caravaggio. La relazione è stata pubblicata sulla Rivista “Società nissena, storia patria di Caltanissetta”.
Dalla Bellezza che trafigge, la verità storica prima di tutto, anche se questa dovesse comportare la rinuncia al sogno…rimane però il sogno della Bellezza che salva…con le armi dell’amore…

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