Caltanissetta – Parola alla procura generale di Caltanissetta. Chiamata alla requisitoria al processo a carico dell’ex presidente del tribunale misure di prevenzione di Palermo, Silvana Saguto, già condannata in primo grado. E al cosiddetto “cerchio magico”
Con lei, sotto accusa, dinanzi la corte d’Appello di Caltanissetta, altri undici siedono sul banco degli imputati.
In primo grado, oltre l’ex magistrato, sono stati condannati anche il marito, Lorenzo Caramma, il loro figlio Emanuele, il colonnello della Dia Rosolino Nasca, l’ex prefetto Francesca Cannizzo e l’amministrazione giudiziario Gaetano Cappellano Seminara, l’ex docente della Kore Carmelo Provenzano, la moglie Maria Ingrao, la cognata Calogera Manta, il preside della facoltà di Giurisprudenza di Enna Roberto Di Maria e l’ amministratore giudiziario Roberto Nicola Santangelo, con pene che oscillano da un minimo di trentadue mesi a un massimo di sette anni e mezzo.
L’ex giudice in primo grado è stata condannata a otto anni e mezzo di reclusione per corruzione e abuso d’ufficio, oltre a un risarcimento di mezzo milione di euro alla presidenza del Consiglio dei ministri costituita parte civile nel processo.
Un indennizzo alla stessa Presidenza del consiglio – che oscilla da un minimo di 50 a un massimo di 400 mila euro – dovranno versarlo anche altri sei imputati.
Già la procura generale nissena, per voce del capo dello stesso ufficio, il pg Lia Sava – che sostiene l’accusa insieme ai sostituti Antonino Patti, Lucia Brescia e in applicazione il pm della Dda, Claudia Pasciuti – lo etichettato come un processo dalla genesi complessa. E «un processo doloroso anche per chi le indagini le ha condotte» è un passaggio dell’intervento del procuratore generale Lia Sava.