Caltanissetta – Non sono liberi da colpe per i danni permanenti subiti da un bebè. Così ha stabilito il giudice nei confronti di due dei quattro medici dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela finiti sul banco degli imputati per un presunto caso di malasanità. Che, in questo caso, sarebbe legato alla nascita di un bimbo.
E in quei frangenti qualcosa, per l’accusa, sarebbe andato storto. Teoria che è stata condivisa dal giudice che, alla fine, ha condannato a quattro mesi ciascuno due dei medici finiti sotto accusa, assolvendo altri due con formula piena come lo stesso pubblico ministero aveva chiesto al termine della requisitoria.
Ma non è tutto. I due camici bianchi che ne sono usciti con l’affermazione di responsabilità dovranno anche risarcire i genitori del nascituro che si sono costituiti parte civile nel dibattimento che ne è derivato.
Una sentenza, quella emessa, che ha tracciato una distinzione netta tra le quattro posizioni finite al vaglio del giudice. Una differenziazione che è stata pure rimarcata dalla stessa accusa tra le pieghe delle richieste poi formulate al giudice.
È al momento del parto che si sarebbero profilate presunte anomalie che, poi, avrebbero causato danni al piccolo. Che ha riportato conseguenza che si trascinerà a vita.
Nel gran calderone di questa vicenda giudiziaria, ad ogni modo dolorosa per le conseguenze riportate dal bambino, anche consulenze contro di esperti di parte che sono giunti a deduzioni divergenti.