Home Cronaca “Qualcuno è sordo!” I parrucchieri di Mussomeli contro i colleghi scorretti

“Qualcuno è sordo!” I parrucchieri di Mussomeli contro i colleghi scorretti

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MUSSOMELI –  I professionisti del capello contro l’azione scorretta dei colleghi che in barba ai divieti effettuano i propri servizi a domicilio.” Un fenomeno pericoloso che purtroppo registriamo a Mussomeli e nel resto d’Italia!” E’ questa l’esternazione preoccupata di una categoria di lavoratori che oltre al danno economico di dover chiudere la saracinesca per la difesa della salute collettiva, nel rispetto delle regole previste in tema di prevenzione di covid-19, devono accusare la beffa di una concorrenza sleale da parte di chi, in barba alle disposizioni, lavora irresponsabilmente rischiando di essere vettore di coronavirus e facendo una concorrenza sleale per chi invece paga le tasse ed è costretto a rimanere a casa. Non solo runners che sentono il bisogno di correre all’aria aperta nonostante i consigli a restare in casa per frenare la diffusione del Coronavirus. Ora nel mirino delle polemiche finiscono quei parrucchieri o quel parrucchiere che offrono i propri servizi a domicilio perché c’è qualche cliente che sente il bisogno di avere i capelli in ordine. Alla faccia della pandemia, come è stata dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Certo non ci sono solo “mele marce”, anzi. Sono gli onesti, chi da due settimane ha abbassato le saracinesche dei negozi per rispettare le regole imposte dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, a lanciare un appello contro i colleghi “scorretti”. Sono infatti, i professionisti parrucchieri di Mussomeli che hanno voluto accendere i riflettori su quei comportamenti potenzialmente pericolosi. Non è solo una questione di scorrettezza da parte di chi continua a lavorare nell’ombra (si tratta, infatti, di concorrenza sleale), ma di sicurezza. “Denunciamo pubblicamente – dichiarano – l’azione rischiosa di chi in questo periodo effettua tagli di capelli e altri servizi simili a domicilio. Il decreto parla chiaro: in questi giorni drammatici la nostra attività non può essere svolta! Ciascuno di noi sa bene il danno economico che sta subendo, ma la salute viene prima di tutto”. Dovrebbero essere tutti sulla stessa barca, ma c’è chi pensa a remare per conto suo. “Qualcuno è” sordo” – denunciano i parrucchieri di Mussomeli – e noncurante delle leggi compie una doppia illegalità, sia perché lavora in nero sia perché svolge un servizio che in questo momento è vietato! Tutto ciò non solo causa danni economici ai professionisti onesti che pagano le tasse e sono costretti a rimanere a casa (credeteci, in questo momento è il problema meno importante), ma soprattutto provoca danni sanitari che ricadono sull’intera comunità. Tali “soggetti” – rimarca con forza il nutrito gruppo Mussomolese – rischiano di essere vettori di coronavirus, contagiando o venendo contagiati a loro volta. Con questi comportamenti irresponsabili l’Italia non ne verrà a capo!” Per questo i parrucchieri di Mussomeli hanno deciso di chiedere, con forza, alle autorità di inasprire controlli e sanzioni.

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