Caltanissetta – Cinque anni di carcere per rivelazione di notizie riservate. È quanto chiesto dalla procura di Palermo nei confronti del tenente colonnello della Dia di Caltanissetta, Marco Alfio Zappalà – questo il ruolo rivestito al momento del suo arresto scattato nell’aprile scorso e poi sospeso dal servizio
Sì, perché è stato tra i coinvolti nell’inchiesta sulle presunte talpe in relazioni ad indagini sul latitante di Cosa nostra Matteo Messina Denaro.
La proposta di pena è stata avanzata dai pm della direzione distrettuale antimafia del capoluogo isolano nel processo con rito abbreviato.
Secondo gli inquirenti, l’ufficiale della Dia nissena avrebbe passato file, in realtà catture di schermate di pc, relative all’indagine in questione, all’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, anch’egli coinvolto nella stessa inchiesta. Poi queste informazioni sarebbero state girate al boss Vincenzo Santangelo, impresario di pompe funebri.
Quelle videate le avrebbe ricevute dall’appuntato dei carabinieri Giuseppe Barcellona, anche finito al centro di questo dossier ma la cui posizione è stata stralciata.