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Scuola e dimensionamento, levata di scudi di M5S e Pd: «Solo tagli indiscriminati che minano lavoro e qualità didattica»

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Caltanissetta – «Non è un piano di dimensionamento scolastico, ma un vero e proprio attacco alla scuola italiana. Applicando i parametri voluti da questo governo di centrodestra, anche in Sicilia è andato in scena il triste spettacolo dell’ennesimo taglio ad un servizio base».

La levata di scudi, sul tema spinoso che in questi giorni sta interessando il mondo della scuola, è del parlamentare Carlo Gilistro del gruppo M5S dell’Ars che ha poi aggiunto come «colpire le scuole nel nome di un non meglio chiarito risparmio, spogliando i territori di presidi di legalità e formazione, è una mossa irresponsabile le cui conseguenze saranno chiare a tutti nel giro di pochi mesi. La logica dell’abaco e del pallottoliere non può essere applicata alla scuola».

E in tal senso la deputata Roberta Schillaci ha rimarcato come «non si può fare cassa sull’istruzione e la cultura soprattutto in un momento storico di degrado socio culturale e in un territorio ad alto livello di dispersione scolastica dove le scuole sono l’unico presidio di legalità e dove manca tutto il resto.

Fa da eco l’osservazione di Stefania Campo, sempre di M5S, secondo la quale «il governo regionale non ha nemmeno preso in considerazione le richieste del territorio, che seppur consapevoli dei tagli imposti da Roma, si erano riunite insieme ai sindaci, dirigenti scolastici e rappresentanti genitori per proporre strade alternative che tenessero conto delle peculiarità di ogni singolo plesso scolastico».

E sulla questione, con altrettanta durezza, è intervenuto negli stessi giorni anche il Pd, attraverso Peppe Di Cristina della direzionale nazionale del partito. «La razionalizzazione della rete scolastica – ha sottolineato – produrrà un inevitabile arretramento ulteriore per la qualità scolastica dei servizi delle scuole del mezzogiorno , oltre una inevitabile abbassamento dei posti di lavoro. Gli attuali parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche si innalzano da 600 alunni a 900, 1000 studenti. Il numero complessivo delle scuole passerà da 8.136 a 6.885… si scrive dimensionamento scolastico ma si chiamano tagli efferati contro la scuola pubblica».

E, guardando al Nisseno, lo stesso Di Cristina ha evidenziato come si stia «assistendo a un aumento delle scuole prive di dirigente scolastico e di dsga da assegnare in reggenza con tutte le disfunzionalità che ne conseguono , fenomeno che stiamo vivendo anche nella nostra provincia sia a Gela che a Caltanissetta».

E per lo stesso esponente del Pd, «la scelta di accorpare gli istituti, senza diminuire il numero di alunni per classe, non è certo la soluzione idonea a migliorare la qualità del servizio. Il dimensionamento così progettato comporterà riduzioni di posti in organico che toccheranno inevitabilmente anche il resto del personale. Quindi ancora una volta stiamo parlando di tagli e solo di tagli e non di qualità della scuola e della didattica che anzi vengono minati profondamente».

E ha concluso rimarcando che «l’aspetto più drammatico è che ad esserne colpito saranno   in particolare territori dove la rete scolastica è più fragile come Mezzogiorno e aree interne».

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