Caltanissetta – È accusato di avere sparato contro due donne, una delle quali rimasta ferita al braccio. Ora ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Dopo che la procura ha chiesto che sia processato.
Così da saltare, eventualmente, la fase dell’udienza preliminare. È per questa opzione che propende l’imputato.
Ruolo, questo, rivestito da un sessantaseienne gelese, Giuseppe Nocera, sul quale pende la pesante ipotesi di tentato omicidio.
E avverso questa imputazione s’è pure rivolto alla Suprema Corte dopo che il tribunale del riesame non ha accolto la sua istanza relativamente al capo d’imputazione contestata tra le pieghe dell’ordinanza.
Secondo la tesi accusatoria l’uomo avrebbe fatto fuoco contro due donne. Ma sarebbe intervenuto – è la sua teoria a discolpa – per difendere il figlio che in quel momento sarebbe stato minacciato dalle stesse ragazze.
Per quei colpi di pistola una delle due, poi, è rimasta ferita al braccio. Ma lui, l’accusato, si è sempre difeso di avere sparato non con l’intenzione di colpire qualcuno, ma solo per intimorirle un po’ e perché, soprattutto, lasciassero tranquillo suo figlio.
Versioni evidentemente contro, quelle tra accusa e difesa, che potrebbero anche non passare per l’istruttoria dibattimentale ma chiudersi direttamente nella fase precedente.