Caltanissetta – Non reggono, in parte, le accuse a carico di un presunto marito violento. Che in appello è stato sì condannato per stalking, ma con una pena rimodulata. Ma, di contro, è stato assolto per tentata estorsione.
Così si è chiuso il processo nei confronti del trentacinquenne nisseno Giuseppe Maurizio Scimonelli – difeso dall’avvocato Dino Milazzo – che ha rimediato la pena a un anno e sei mesi per atti persecutori in continuazione con una precedente condanna, sempre per stalking, a un anno.
Di contro sono cadute le accuse di tentata estorsione con l’aggravante di avere agito in presenza dei figli minori.
Nel primo grado del giudizio era stato condannato a tre anni di carcere, già al netto dello sconto di un terzo della pena perché ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato. E già allora è stato condannato pure al pagamento dei danni in favore dell’ex moglie – assistita dagli avvocati Giuseppe Panepinto e Giovanni Petrantoni – che si è costituita parte civile.
Nel 2017 l’imputato era stato già arrestato per stalking nei confronti della sua ex moglie. Poi è stato condannato a un anno.
Il copione s’è ripetuto un anno fa, con un nuovo arresto sempre per atti persecutori e in più per tentata estorsione. In questo caso l’avrebbe espressamente minacciata di morte, ripetendole che l’avrebbe ammazzata e fatta volare dal balcone e le avrebbe pure bruciato casa.
Sì, perché il culmine delle violenze si sarebbe raggiunto quando lo stesso Scimonelli – secondo la tesi accusatoria – si sarebbe presentato in casa della vittima per chiederle soldi.