Mussomeli – Irina Zobacheva, la regista russa trasferitasi in Italia per amore. “Sto dalla parte di Putin, ma anche della Pace e della fratellanza”. Con queste tre parole, Irina, russa d’origine e agrigentina d’adozione, traduce quello che rappresenta l’amore per la sua terra d’origine, per quella dove attualmente vive e per l’umanità tutta. E’ stato l’amore per Dario Danile, coreografo e direttore artistico del Festival internazionale del folklore Mandorlo in Fiore”, a portarla nella città dei templi dalle fredde cortine della Siberia. E ora che Dario non c’è più dallo scorso giugno, Irina porta avanti con la sua attività di attrice di teatro e cantante, la passione per l’arte che l’ha unita a suo marito e che li ha visti condividere vita e lavoro. Laureatasi a Perm, sua città natale, in regìa e pedagogia, ha maturato lunga esperienza in campo artistico in Russia lavorando nei teatri. Poi la Sicilia l’ha conquistata accendendole un roseo sorriso sul pallido incarnato nordico. Già… perchè i tratti sono proprio quelli della donna dell’Est con il calore però che il sole della nostra Terra sa infondere unicamente. Due passioni, quella per la Russia e quella per la Sicilia, che Irina ha sposato favorendo scambi culturali fra le due realtà oggi così brutalmente antitetiche e fino a ieri -invece- fortemente in sintonia. Infatti non riesce proprio ad accettare questo clima di ostilità che si è venuto a creare fra Italia e Russia… lei che ha visto l’accoglienza che i Siciliani hanno ricevuto dai Russi e viceversa. Ad esempio era presente nel 2019 nella delegazione della missione realizzata dall’amministrazione comunale di Mussomeli in Russia. Con la sua narrazione artistica, l’attivista russa naturalizzata siciliana, ha voluto ribaltare un clichet dato quasi per scontato -dentro e fuori le mura- quello di una Sicilia terra di mafia e di malaffare. “Non è affatto così” ribatte a quanti gridano allo scandalo per aver scelto di vivere un Sicilia e perdipiù con un siciliano “dovreste conoscerli i siciliani voi” aggiuneg poi con tono perentorio e sibillino. Oggi Irina che tanto ha operato nel campo dell’arte facendo installare due sculture -una ad Agrigento e una a Messia- quest’ultima a voler sottolineare il rapporto di fratellanza che ha unito Russi e Siciliani in occasione dello tsunami messinese del 1908. Oggi, con la sua associazione italo-russa, Irina si sta adoperando ad accogliere profughi ucraini in fuga dalla loro terra. E alla domanda su cosa pensa degli ultimi fatti di cronaca e sulle cause del conflitto, risponde che “è necessario conoscere la storia, non solo la narrazione distorta che di essa -per svariati motivi- se ne fa. Falso lo storytelling dei media occidentali che dipinge Putin come un despota e un aggressore senza scrupoli. Quanti fatti avvenuti all’interno dell’Ucraina sono stati taciuti!Quanti crimini e genocidi perpetrati a danno dei Russi in Ucraina non hanno ricevuto alcuna risonanza mediatica! Gli Ucraini sono nostri fratelli, Putin non potrebbe volere la distruzione di un popolo e di una terra che sono parte integrante della Russia. Gli Ucraini hanno parenti in Russia e viceversa, proprio come l’Italia e la Sicilia. L’Europa sta tentando di strumentalizzare l’Ucraina per scopi meramente economici e l’America per estendere la sua potenza militare oltre i confini prestabiliti. Perchè non si è dato memoria dei tanti bambini russi uccisi nel 2014? Otto lunghi anni è durato il genocidio russo in Ucraina. Eppure questo è il momento di adoperarsi per il bene dei più fragili”. E al professore di Daniel, suo figlio, che ha intimato “ma tua mamma è pazza perchè sta dalla parte di Putin!” la regista risponde “mia mamma non è pazza, mia mamma vuole la Pace in nome della fratellanza”.