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Stoccaggio scorie radioattive, coro di proteste dalla politica, sindacati e associazioni

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Borgo Vicaretto luoghi in cui è stato ipotizzato di stivare le scorie

Caltanissetta – Una Sicilia vessata, terra di conquista, ieri come oggi. Non è uno stereotipo infondato ma il ripetersi del ciclo della storia che nella terra del Gattopardo si incarna nel malaffare del  momento. Ebbene…del malaffare del momento ne dà  triste notizia Sogin ,la società pubblica di gestione del nucleare che ha annoverato, all’interno del Piano Cnapi, le province di PALERMO, TRAPANI e CALTANISSETTA tra i siti idonei per la realizzazione di depositi di stoccaggio nazionale dei rifiuti radioattivi. Ora appare scontato ma ce lo chiediamo comunque: Come è possibile colpire una regione nei suoi principali punti di forza senza annientarla? E quali sono i punti di maggior forza della Sicilia?  Ovviamente agricoltura e turismo. Settori che non potrebbero certo rimanere illesi da tale scellerata decisione! Proteste e trattative sulla questione amianto fino ad ora hanno  prodotto solo un muro contro muro e nulla di fatto. La vexata questio.Lo sdegno dei cittadini è unanime e a pioggia sono arrivati comunicati di contrarietà.  La politica fa da apripista. Immaginare di trasformare  – tuona Peppe Di Cristina , segretario provinciale del PD – questo territorio in un luogo di smaltimento di amianto o di scorie radioattive significa condannarlo ancora una volta all’arretratezza ed all’abbandono. Il Partito Democratico di Caltanissetta lavorerà affinché ciò non avvenga”. Il leghista Alessandro Paganoavverte sul rischio  di ricadute economiche pesantissime, “Quella zona della fascia meridionale  – osserva il politico di San Cataldo – della Sicilia è interessata da decine di insediamenti agricoli e in un momento di recessione economica come quello che stiamo vivendo, debilitare ulteriormente un settore importante come quello agricolo significherebbe dare una mazzata ulteriore ai territori”.   A scendere in campo ora, però accanto a CGIL, anche Nursind e BCsicilia, segno evidente che le forze si compattano e si coalizzano per il bene della causa comune. In un territorio che tutela la biodiversità siciliana ormai da secoli, che possiede la DOC per l’uva ed ha in itinere il riconoscimento per l’IGP della pesca è davvero inammissibile la sola ipotesi di divenire deposito di rifiuti radioattivi. “Patrimonio dell’umanità” ha definito le terre di Sicilia, Ignazio Giudice di CGIL, il quale, ancora una volta, si appella all’azione tempestiva dei sindaci interessati affinchè non si consumi l’ennesima barbarie a beneficio del conquistatore di turno. Il duro impatto ambientale è la causa sposata dal sindacato degli infermieri che vivono in prima linea le conseguenze delle scelleratezze ambientali, frutto di una atavica politica di profitti personali. Nella persona del segretario territoriale, Giuseppe Provenzano, il sindacato esprime la chiara intenzione a scendere in campo per manifestare dissenso e protesta. Citando anche l’imposizione del Muos di Niscemi. Tira in ballo i cosiddetti criteri di selezione stilati dall’ISIN che indicano i luoghi deputati al deposito come poco abitati e privi di rischio sismico, BCsicilia, rivelando in tal modo la latente contraddizione della scelta. E vi si oppone al motto di “Abbiamo già dato” ricordando anch’essa il tanto famigerato Muos.  E mentre, nel mondo, ogni architetto riceve il sacro crisma di paesaggista, variante evocativa del progettista non meglio identificato, riscoprendo vocazioni sopite sotto la spessa coltre delle urgenze del mero accadimento, in Sicilia si prepara il terreno per l’ennesimo scempio…estetico, etico e morale. Ancora una volta “occorre che tutto cambi perché nulla cambi” col tacito assenso di un pubblico pagante.

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